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Ago 05 FONDAZIONE PRADA: FOR MY BEST FAMILY

“For My Best Family”, un nuovo progetto espositivo ideato dall’artista Meriem Bennani e commissionato da Fondazione Prada, sarà presentato nella sede di Milano dal 31 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025.

Meriem Bennani (Marocco, 1988) esplora il potenziale della narrazione amplificando la realtà attraverso il ricorso al realismo magico e all’umorismo e la commistione tra linguaggi tipici dei filmati di YouTube, della reality TV, dei documentari, dei video realizzati con il cellulare, dell’animazione e dell’estetica delle grandi produzioni. Nel corso della sua carriera Bennani ha sviluppato una pratica in continua evoluzione caratterizzata da film, sculture e installazioni immersive realizzati con un’elevata flessibilità per mettere in discussione la società contemporanea e le sue identità frammentate, le questioni di genere e il potere onnipresente delle tecnologie digitali.

Per Fondazione Prada Bennani ha sviluppato un ambiente multisensoriale che si articolerà nei due livelli del Podium, il principale edificio espositivo dello spazio di Milano. “For My Best Family” combina una nuova e vasta installazione site-specific con un film d’arte co-diretto con Orian Barki. Entrambi esplorano i modi di stare insieme in contesti sociopolitici rappresentandoli in chiave pubblica o intima. “For My Best Family” è il progetto più ambizioso che Bennani abbia mai realizzato in termini di complessità, dimensioni dei lavori e durata del processo creativo che ha richiesto più di due anni di attività.

Al piano terra, Sole crushing è una grande installazione meccanica che anima centinaia di infradito in un “balletto-sinfonia-rivolta” e una composizione musicale. La colonna sonora è stata composta in collaborazione con il produttore Cheb Runner. Questo complesso sistema cinetico è concepito come un arcipelago di gruppi polifonici in cui una moltitudine di ciabatte è disposta in diverse conformazioni: due “orchestre”, due sculture a spirale e un’isola centrale. Ogni oggetto è collegato a un sistema pneumatico che lo rende mobile, vivo e respirante e a una superficie caratterizzata da vari materiali che, come in uno strumento a percussione, amplifica il suono dell’elemento che la colpisce. Questo spazio ludico e organico evocherà stati di catarsi generale, eventi caotici o rituali collettivi strutturati come le performance musicali di Daqqa Marrakchia in Marocco, architetture destinate all’intrattenimento come gli stadi, condizioni di delirio o allucinazione e forme di protesta.

Il primo piano del Podium ospiterà un’ambiente simile a una sala cinematografica per proiettare For Aicha, un nuovo film d’arte diretto da Orian Barki e Meriem Bennani e realizzato con la produzione creativa di John Michael Boling e Jason Coombs. Ambientato tra New York e Casablanca, in un mondo popolato da animali antropomorfi e sospeso tra realismo, autobiografia e finzione, questo lavoro è il culmine di un lungo processo creativo che fonde i linguaggi del documentario e dell’animazione 3D.

Il film e l’installazione fanno riferimento entrambi alla storia del cinema d’animazione. Inizialmente, i cartoni animati esprimevano forze antirealiste e astratte, caotiche trasgressioni alle regole narrative delle immagini in movimento. Entità plasmatiche che, secondo la definizione del regista Sergei Eisenstein, rifiutavano di assumere una forma stabile perché svincolata da limitazioni anatomiche. Negli anni Trenta, con l’integrazione nell’industria cinematografica, i personaggi dei film d’animazione assunsero tratti anatomici più realistici, abbandonando il loro ruolo archetipico per permettere agli spettatori di identificarsi con queste creature fantastiche. Se l’installazione immersiva si riferisce alla prima fase dei film di animazione in cui oggetti comuni prendevano vita, interagivano e rispondevano all’ambiente circostante, il film surrealista For Aicha esprime pienamente il potenziale narrativo esplorato dall’animazione nella seconda parte della sua storia.

For Aicha segue Bouchra, una regista marocchina di 35 anni che vive a New York. Il personaggio dalle sembianze di sciacallo è raccontato mentre scrive un film autobiografico che affronta l’impatto che la sua omosessualità ha avuto su sua madre Aicha, uno sciacallo cardiologo che vive a Casablanca. La storia mescola la finzione – il film di Bouchra all’interno del film – con un adattamento di conversazioni registrate tra Bennani e sua madre. Con tenerezza e umorismo, sia la “Bouchra regista” che la “Bouchra immaginaria” cercano di comprendere le sfumature dell’amore e del dolore nel rapporto madre-figlia per poter proseguire con le loro vite. La decisione di Bennani di utilizzare animali animati in questo e nei precedenti lavori è un modo deliberato per far veicolare messaggi complicati ricorrendo a un immaginario apparentemente innocuo. La forma narrativa dell’animazione diventa così un potente strumento per affrontare temi attuali e controversi in una forma inventiva e coinvolgente.

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