Auto

Feb 27 …A GINEVRA È ANDATA IN ONDA LA FINE DI UN SALONE…

di Bianca Carretto

Dopo cinque anni di assenza il salone dell’auto di Ginevra non è ritornato trionfalmente, anzi pare un’anziana signora appannata, in versione extra small. Meno di trenta espositori, raggruppati in un unico padiglione tra cui il solo gruppo Renault spicca tra gli europei, trionfatore con il suv Scenic, del premio “The Car of The Year 2024”, l’auto dell’anno, non più vinto dal 1980, con la Clio, mai oggi così meritato. Degli altri costruttori, tedeschi, giapponesi, coreani e francesi come Stellantis, non vi è ombra. Queste defezioni hanno danneggiato l’immagine delle case produttrici, lo ha evidenziato, con amarezza Luca de Meo, il ceo di Renault, designato, a gran voce “Re solo”. Lo spirito di squadra significa collaborare con un obiettivo comune, mai così determinate per il settore che sta e deve affrontare sfide costose ed ancora lunghe, nel tempo. Renault ha indubbiamente approfittato di questo vuoto, focalizzando tutta l’attenzione, con il lancio della reinterpretazione elettrica di un suo modello faro – degli anni 1970/1980 –  la nuova R5 completamente elettrica, che potrebbe spiazzare la Fiat 500. Fortunatamente, un prezioso nome ha portato ancora in alto la bandiera italiana, quello di Pininfarina, una presenza che, come ha sottolineato l’amministratore delegato Silvio Angori “riflette, dopo 95 anni, la nostra fiducia nell’industria automobilistica”. La forza di una tradizione che continua a rappresentare lo stile, il gusto di chi ha sempre saputo realizzare vetture ammirate in tutto il mondo, oggi espressa con uno studio chiamato Enigma Gt che guarda al futuro della mobilità. Stellantis che ha al suo interno tutti i marchi italiani, si è limitata a proporre su YouTube un filmato, quasi un’autopromozione più che una réclame di auto, girato in un paese, in provincia di Brescia, appellato proprio Ginevra. Un modo irriverente per snobbare la manifestazione Svizzera, annunciando, sulla stessa piattaforma, una serie di concept di Fiat. Peccato che nessuno di quei prodotti – se verranno realizzati – non sarà assemblato in Italia. La Fiat Cronos sarà costruita in Argentina, la Fiat  Strada in Brasile, la Fiat Tipo in Turchia, la Fiat Topolino, insieme al Doblò in Serbia e la Fiat 600, un simbolo della nostra storia, è in produzione in Polonia. Del restyling della Panda, l’utilitaria più famosa, si è già detto, i commenti a Ginevra da parte della stampa straniera, si sono sprecati, il nome Pandina denota esclusivamente la mitigazione di un capolavoro iconico, nato nel 1980 dalla matita di Giorgetto Giugiaro. Queste assenze hanno permesso, a Renault di primeggiare, ma hanno anche aperto le porte a chi non ha ancora grande notorietà come i cinesi di Byd e Mg, che ambiscono a conquistare, imponendosi, il nostro Continente. Byd (Build Your Dreams) ha esposto il suo primo modello ibrido  ricaricabile, alto di gamma. Mg (appartiene al gruppo Saic) una city car ibrida che conferma la svolta commerciale già avvenuta con la Mg4, a zero emissioni.

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