Ho pensato tanto se scrivere o meno di quanto accaduto durante l’intervista di Fabiana Giacomotti a Elisabetta Franchi. Fatti oggi noti a tutti e che riguardano il ruolo femminile all’interno di posti dirigenziali nel mondo del lavoro. Non vi parlerò del fatto, nemmeno del ruolo di noi donne nel mondo del lavoro, storie molto personali a mio avviso che vanno distinte anche tra chi è dipendente e chi invece lavora per se stesso e in questa categoria rientrano sia le imprenditrici che le partite iva.
Ieri sera si è svolta l’annunciata intervista a Porta a Porta con Bruno Vespa, che dalle 23, 10 in cui iniziava il programma è stata trasmessa quasi all’una di notte. Elisabetta Franchi è apparsa più ingenua che genuina, nel senso che certamente si era preparata per il suo intervento ma, a mio avviso, resta ancora troppo fragile per affrontare la “gogna mediatica” che a suo avviso l’ha travolta e che certamente poteva essere gestita meglio. Lo dice chi da anni è abituata a seguire questi fatti clamorosi nel mondo della comunicazione, fatti ovviamente oggetto di interesse per chi si occupa di giornali e media.
Penso a Dolce & Gabbana quando hanno dovuto fare il video di scuse nel 2018, quando attraverso alcuni video promozionali diretti al mercato cinese avevano utilizzato alcuni stereotipi ritenuti offensivi dalla Cina, con tanto di commenti social da parte di Gabbana, che hanno portato alla cancellazione di una sfilata a Shanghai, danni commerciali con la rimozione di prodotti nei siti e-commerce. Nel video appaiono veramente mortificati e si sono scusati in tutti i modi ammettendo di aver fatto tesoro di quella esperienza.
Penso poi ai Ferragnez, quando Chiara Ferragni aveva organizzato la festa di compleanno per i 29 anni di Fedez dentro al supermarket di City Life a Milano , dove in tempo reale sono piovute accuse di spreco alimentare, una vera e propria bufera social che ha portato alle scuse via Instagram della coppia . Più che una festa un incubo.
Anche per Elisabetta quindi si è scatenato l’inferno perchè, ne sono certa, ha gestito la sua partecipazione a quel convegno come se fosse stata ad un pranzo tra amiche, una chiacchierata nel salotto di casa dove, quando ti chiedono come va il lavoro, ti trovi (da imprenditrice) a dire che lavori h24, che le tue dipendenti vanno in maternità e ti lasciano il posto scoperto ecc…ecc…
Tutto questo per dire che quando arrivi a certi vertici, anche se dentro di te ti senti una persona semplice e vera, devi capire che il tuo ruolo è cambiato. Le tue parole, le tue azioni, anche i tuoi sguardi a volte hanno un peso e delle conseguenze. Per questo esistono i consulenti della comunicazione che vengono pagati fior di soldi per evitare che si arrivi a queste situazioni. Intervengono prima dell’intervista valutandone i contenuti e passano nel caso un bigliettino al loro protetto per correggere il tiro in caso si dica qualche parola fuori posto (per dirla breve). A loro ci si deve affidare perchè conoscono tutte le situazioni “a rischio” in questi contesti.
Ad esempio, ed i miei colleghi lo ricorderanno bene, Giorgio Armani è uno che se non lo tieni a bada non te le manda a dire. Ricordo delle conferenze stampa dove, l’allora direttore comunicazione Robert Triefus (oggi da Gucci), bloccava e impediva le risposte del Signor Armani quando si accorgeva che stava dicendo cose che si sarebbero ripercosse contro di lui. Perchè certamente tu puoi dire tante cose interessanti ma stai certo che il giornalista farà il titolo su quell’unica frase che ti è sfuggita durante la conferenza stampa.
Oggi sono i followers gli interlocutori immediati e diretti di quanto si dice e, che siano hater o meno, sono i giudici immediati delle parole che vengono dette, dei video o delle immagini postate. E’ la “croce e delizia” del digitale. E qui torniamo ad Elisabetta che ha fatto un grande business non solo con le sue collezioni e con la sua azienda, ma anche con l’assidua presenza su Instagram dove, pubblicando una vita spesso fuori dalle ordinarie file della casalinga, si propone come bersaglio ideale di chi vuole colpire quel personaggio.
Tornando a ieri sera ed all’intervista a Porta a Porta io ad esempio non l’avrei fatta, non solo perchè Bruno Vespa non mi sembra la persona più adatta a parlare di femminismo e moda, ma anche perchè le ha dato quasi una “sculacciata” che non ha portato certamente a chiudere la vicenda.
A volte occorre chiedere scusa, con semplicità. Si sbaglia, si ricomincia e ci si rialza facendosi abbracciare dalle persone che ti vogliono bene e che non ti lasceranno mai anche nei momenti difficili della propria vita. Tutto passa e tutto si può migliorare.
Da donna a donna.
Funziona così.
assolutamente sì. concordo su tutta la linea.
Sante parole, Cristiana! Hai detto tutto, e meglio, quello che pensavo. Incredibile come un’azienda molto presente sui social non capisca il ruolo strategico di un consulente di immagine/comunicazione! La signora Franchi è pure recidiva, visto che non ha ancora provveduto.
Vedo una interessante analisi sui meccanismi della comunicazione, ma non mi sembra che ci si interroghi sull’unica cosa che conta. Quanto ‘auto-rivelato’ e poi anche denunciato dai dipendenti e’ vero oppure no?!? Perché se è vero, per me non ci sono salvataggi possibili. Nel migliore dei casi un consulente impedirebbe che si venga a conoscenza delle sue colpe. Insomma, focalizziamoci sulla VERA questione: Elisabetta Franchi sa, può e deve gestire una azienda?