Auto

Lug 12 … AGGIUNGI E TOGLI…

di Bianca Carretto

“Se vogliamo  raggiungere l’obiettivo del milione dei veicoli prodotti in Italia – dice Roberto Vavassori , presidente di Anfia  e Chief Pubblic Affair Officer & Board Member di Brembo – la politica del figlio unico del settore dell’automotive non è più efficiente.Credo sia strategico  non trascurare la ricerca e sviluppo perché è proprio in  questo ambito che potremo fare la differenza”. Parole  determinanti  pronunciate durante il convegno “ La filiera italiana tra transizione e competitività” dove si è discusso di regolamentazione europea e anche di dazi, dove ha precisato Vavassori  “ i dazi sono  uno strumento di trattativa  che vanno utilizzati per ottenere vantaggi al nostro sistema.”  E non si poteva trascurare  la transizione elettrica che comporterebbe una riduzione di fatturato della componentistica , per i soli motori a combustione  potrebbe rappresentare un meno 50%, circa 7 miliardi, con la possibile perdita di posti di lavoro tra 30mila e 50mila, a seconda dell’evoluzione dei volumi. I segnali purtroppo arrivano dai colossi industriali, il gruppo Volkswagen, per esempio,  ha deciso,  la scorsa settimana, di non rinnovare  un migliaio di  contratti a termine nello stabilimento di Zwickau, in Sassonia ( da qui è uscita la mitica Coccinelle).  Anche Audi, uno dei 14 marchi del gruppo tedesco, ha avvisato che sta procedendo alla ristrutturazione del suo impianto di Forest,  in Belgio, vicino a Bruxelles, dove si produce solamente il suv Q8e-Tron, un veicolo che non dovrebbe superare le 25mila unità, troppo poche per bilanciare i costi. Non è difficile capire che vi sarà un fermo anticipato, molto prima del 2026, la data  che era stata prevista per la fine dell’assemblaggio della vettura. La fabbrica ha, attualmente ,in carico 3mila dipendenti, anche se, da tempo, si avvertiva incertezza per l’assenza di una nuova assegnazione di prodotto e per gli alti costi logistici causati  essenzialmente dalla  collocazione urbana che non facilita  la riorganizzazione  di tutto l’assemblaggio ed incide fortemente sui prezzi di costruzione, molto più elevati che in altri sedi.  Le case , il prossimo anno, devono secondo le normative ridurre, in Europa, del 15% le emissioni di Co2 delle loro immatricolazioni , in caso contrario dovranno pagare pesanti sanzioni, significa  una decina di miliardi di euro di multa. Se, entro il 2025, un costruttore mancherà gli obiettivi previsti,  dovrà pagare una ammenda pari a 95 euro per grammo di Co2 emessa in eccesso, cifra che va moltiplicata per il numero delle auto consegnate  nell’anno. 

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