Il febbraio più basso, mai così da quando esistono i rilievi delle immatricolazioni di auto del mercato europeo: 804.028 unità, -5,4% rispetto allo stesso mese del 2021, ma quasi del 30% in meno rispetto al periodo pre Covid. Italia (fanalino di coda) e Francia hanno registrato un calo a doppia cifra, rispettivamente -22,6% (110.869 unità) e -13%; si salvano Regno Unito (+15%), Spagna (+6,6%) e Germania (+3,2%), ma, complessivamente, questi cinque mercati hanno segnato una contrazione del -5,5%.
“A pesare sui risultati negativi del mercato, oltre alla crisi energetica e alla mancanza di materie prime, sono gli impatti del drammatico conflitto Russia-Ucraina sulla catena di approvvigionamento – ha dichiarato Paolo Scudieri, presidente di Anfia – gran parte dei cablaggi per l’automotive in Europa sono prodotti in Ucraina e l’interruzione di queste forniture sta comportando il rallentamento e la chiusura temporanea degli impianti di alcuni costruttori di autoveicoli. Analogamente, lo stop alla produzione del gas neon sul territorio ucraino aggrava ulteriormente la crisi dei semiconduttori ancora in corso e quello alla produzione di nikel si ripercuote negativamente sulla filiera delle batterie”. Sulla stessa linea le dichiarazioni rilasciate da Andrea Cardinale, direttore generale dell’Unrae, “ è sempre più urgente il varo del Decreto attuativo per l’entrata in vigore delle misure di sostegno alla domanda, la ventilata riduzione dei tetti al prezzo delle auto per poter usufruire degli incentivi, oltre a discriminare molti player, configurando profili du dubbia legittimità riguarda alla tutela della concorrenza, danneggerebbero i consumatori, riducendo anche il gettito Iva per lo Stato”.