In un forum organizzato a Milano dal gruppo Unipol, dove erano presenti tutte le istituzioni, del Governo, della regione Lombardia, del comune di Milano, ceo di case automobilistiche, rappresentanti del Politecnico di Milano, per determinare se la percentuale di veicoli tradizionali, a motore endotermico, possono essere sostituiti da vetture elettriche. La parola più usata – ed abusata – è stata sostenibilità, come avesse, al suo interno i poteri magici per definire un nuovo modello di società, in termini ambientali ed economici. L’Italia è il secondo paese europeo con il più alto tasso di motorizzazione, un’indagine dell’Enea ( agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia, lo sviluppo economico sostenibile) ha stabilito che ogni mille abitanti, 666 possiedono un ‘automobile, purtroppo con un’età media di rottamazione che supera abbondantemente i 17 anni. Il nostro parco circolante oggi è costituito da quasi 40milioni di auto di cui molte sono omologate ancor prima del 2006. La mobilità futura necessita di una transizione molto accessibile, da qui al 2035, anno del passaggio ai soli motori elettrici, mancano 12 anni, per cui non necessariamente serve subito comperare un’auto a zero emissioni che oggi costituiscono poco più del 12% del mercato. Il rinnovo del parco circolante inizia a essere una vera emergenza anche per ciò che riguarda la sicurezza, i veicoli anziani mancano, ad esempio, di dotazioni tecnologiche legate a ridurre gli incidenti con pedoni e ciclisti. Certo, potendo acquistare una vettura nuova, elettrica, di ultima generazione, potrebbe essere la soluzione migliore ma ci si può rivolgere al mercato dell’usato, sia benzina che diesel, che, nel 2022, ha registrato 4,6 milioni di trasferimenti di proprietà, di cui il 51,4% con oltre 10 anni di anzianità. Il fondatore e ceo di Carvago.com , Jakub Sulta, ha sottolineato che “ i clienti che acquistano auto usate online le scelgono, in genere, più giovani e più efficienti dal punto di vista dei consumi, con un maggior numero di dispositivi di sicurezza passiva e attiva”. Il presidente dell’Unrae ( l’associazione dei costruttori che operano in Italia), Michele Crisci, ha ribadito, con fermezza, le ragioni per cui il Governo dovrebbe investire e, di conseguenza, incentivare l’acquisto di auto più recenti, proponendo un concreto piano industriale sino al 2035 spiegando le reali motivazioni di questo cambio. La prima riguarda l’ambiente “ per le strade vi sono veicoli con classi di emissioni fra Euro 0 ed Euro 4, il minimo che si possa fare è sostituirli con un Euro 6”. Il secondo tema contempla la sicurezza, ed è sempre Crisci a spiegare che “ fra 10 anni metà delle auto europee sarà dotata di Adas, ossia di sistemi avanzati per l’assistenza alla guida, cambiando un mezzo vecchio con uno più recente significa rendere più sicura la circolazione stradale”. I costi di gestione sono l’altro soggetto “ una macchina più attuale consuma meno, se poi è elettrificata, consente una sostanziale riduzione dei costi di gestione, inoltre se è di seconda mano, diventa ancora più accessibile”.