Blazé Milano apre il suo primo flagship store a Milano e lo fa scegliendo un angolo della città “nascosto in piena vista”, all’interno del quadrilatero, ma elegantemente defilato in via Santo Spirito 14.
Un progetto a più mani, totalmente al femminile, che è il risultato della affinità elettive tra le fondatrici di Blazé Milano, Corrada Rodriguez d’Acri, Delfina Pinardi e Maria Sole Torlonia, la creative advisor Constance Govare e lo studio di progettazione Collective Philo (Dicarolo – Zogopoulos).
L’atmosfera degli interni guarda ad un certo stile Art Nouveau, ma è stata proprio Milano – con le sue architetture dei primi del Novecento – a ispirare il design del flagship store, con quel tocco di razionalismo votato ad una praticità quasi ascetica, come in certe architetture oggi simbolo della città, una su tutte Villa Necchi Campiglio firmata da Piero Portaluppi. Un capolavoro di razionalismo del quale il regista Luca Guadagnino, che lì ambientò il suo film Io sono l’amore, disse che “mostra l’ossessione verso la perfezione e i dettagli”. Ugualmente rilevanti in questo senso sono alcuni dei progetti firmati da Peter Marino, nei quali gli accenni al modernismo francese di Jean-Michel Frank si sposano con un minimalismo a tinte tenui.
E proprio a quella palette cromatica burrosa che mescola nuance crema e marroni cacao in contrapposizione a un nero laccato, guarda il nuovo luogo d’elezione di Blazé, che si estende per novanta metri quadrati su un unico livello. Una Milano “reloaded” sublimata nella sua essenza architettonica, che nello spazio dello store flirta con altre ispirazioni, solo apparentemente contrapposte. Il massimalismo di Casa Mollino, capace di tramutare un’abitazione privata torinese in un eclettico cabinet de curiosité, è di ispirazione per i camerini, dove si ritrovano delle sedie Art Decò anni Trenta su una moquette dai toni cammello. Nel resto della boutique si ritrova un pavimento ispirato ad un rivestimento di radica d’epoca, tradotto poi su pannelli in legno a effetto mattonella dal finish glossy.
Ad aprire il sipario sull’universo Blazé ci pensano i tendaggi in tessuto maschile color burro dall’effetto teatrale, mentre all’ingresso si distingue una colonna portante con effetto luminoso, che ricorda certi lampadari in carta di riso, tipica delle lanterne cinesi. Poco distante trova posto un tavolo in vetro soffiato con effetto resina trasparente grigio fumé. Appena oltre si svela il salotto Blazé, con l’area Atelier, nella quale si realizzano completi e blazer one-of-a-kind tailor made. La zona è contraddistinta da due poltroncine situate su un tappeto in cavallino che riprende nelle sue forme stondate le iconiche Smiley pocket dei blazer del brand. Al centro di questo universo antico e moderno insieme, si sorseggia un French 75, come d’altronde accade all’interno dei salotti nei quali i sarti e couturier accolgono i loro ospiti, realizzando abiti disegnati per il corpo di chi li indosserà.
Intorno a questo spazio conviviale si sviluppano le strutture in legno sulle quali si adagiano pantaloni, gonne e camicie, sostenuti da grucce in effetto laccato. Tra i dettagli che rimandano sottilmente al vocabolario estetico di Blazé figurano anche le maniglie della porta di ingresso che ricordano le ali del cavalluccio marino, simbolo del brand, qui tradotte su una resina effetto corno che ricorda gli ingressi di certi locali parigini, sinonimo degli anni gloriosi dell’Art Nouveau. Porte che si apriranno per la prima volta il 10 giugno 2024, permettendo agli ospiti di varcare una soglia e trasportarsi in una wunderkammer col gusto dell’essenziale, dove trasformarsi costantemente, immaginando esistenze alternative per poi tornare nel mondo reale, e viverle. Con indosso, preferibilmente, un blazer.