Dopo l’Ungheria, la Turchia. La casa automobilistica cinese BYD e il governo di Recep Tayyip Erdogan hanno firmato un protocollo d’intesa sulla costruzione di una fabbrica vicino alla città di Izmir.
Il futuro sito avrà una capacità produttiva di 150.000 auto all’anno, rappresenta un investimento di 1 miliardo di dollari, secondo l’amministrazione turca. L’inaugurazione è prevista per la fine del 2026.
Il nuovo gigante del settore aveva già annunciato a fine dicembre la sua intenzione di trasferirsi a Szeged, nel sud-est dell’Ungheria. In entrambi i casi, l’obiettivo è lo stesso: produrre il più vicino possibile al mercato europeo, per servirlo meglio.
Questa strategia, evidenziata da BYD già nel 2022, ha visto la sua rilevanza rafforzata dalle sovrattasse doganali decise da Bruxelles il mese scorso contro le auto elettriche assemblate in Cina. Nel caso di BYD, il costo aggiuntivo totale raggiunge il 27,4%.
La produzione della fabbrica ungherese (all’interno dell’Europa) permetterà di schivare questo sovraccarico doganale. Questo sarà anche il caso del sito turco, il paese che ha firmato nel 1995 un accordo di libero scambio con l’Europa.