Un presidente cinese può anche essere giovane e poco esperto delle questioni di calcio. Ma un giovane industriale cinese, proiettato nel sistema calcio italiano, non sarà mai uno sprovveduto anche lontano dal suo Paese, anche alle prese con una realtà che conosce da poco. Steven Zhang, 29 anni da compiere il 21 dicembre, sa come trattare gli affari. E l’Inter è uno di questi. Antonio Conte è entrato in rotta di collisione con Beppe Marotta e Piero Ausilio? Bene, Zhang li convoca attorno al tavolo della trattativa, per ascoltare tutte le campane resiste alle pressioni dell’allenatore che voleva un incontro one-to-one e convoca tutti insieme all’avvocato che redige i contratti. Non so cosa abbia detto Zhang ai protagonisti della querelle, sicuramente sono state parole decisive. Perché poco dopo le 18, un comunicato dell’Inter annunciava che la pace era stata sancita: “L’incontro di oggi tra il Club e Antonio Conte è stato costruttivo, nel segno della continuità e della condivisione della strategia. Con esso sono state stabilite le basi per proseguire insieme nel progetto”.
Un comunicato secco, scarno, senza concessioni all’ampollosità tipo ringraziamenti o apprezzamenti. Pace armata? Probabilmente, perché Marotta e Conte non sono personaggi teneri, soprattutto l’allenatore è intriso di grande protagonismo, come dimostrano i suoi atteggiamenti quando la squadra fa gol; ma anche di grande dedizione al lavoro, perché pochissimi come lui sanno caricare una squadra, sanno darle la giusta dimensione della propria potenzialità. Marotta è più schivo al palcoscenico, è meno irruento nelle proprie considerazioni, sa bene il suo mestiere perché è lui e non Max Allegri ad aver fatto grande la Juventus con le sue scelte che, all’inizio di quest’anno, sono state rinnegate da Sarri e Paratici: prima fra tutte quella di Emre Can preso nel 2018 a patametro zero e ceduto nel gennaio scorso al Borussia Dortmund e riscattato un mese dopo dalla squadra tedesca nella quale è sempre stato perno del centro campo. Probabilmente, Zhang ha messo tutti di fronte ai ruoli societari che ricoprono e, di conseguenza, alle rispettive responsabilità fuori e dentro al campo: Marotta e Ausilio come responsabili delle operazioni in Federcalcio, Lega e mercato; Conte come responsabile di tutta l’attività agonistica delle squadre nerazzurre. Ed è anche probabile che dietro alle promesse di cospicui investimenti sul mercato, Zhang abbia fatto anche apparire lo spettro dei licenziamenti. Insomma, un “prendere o lasciare” che hanno indotto i protagonisti ad abbassare le spade.
Antonio Conte, dunque, resta sulla panchina dell’Inter, mentre Marotta e Ausilio tornano attivi sul mercato per dare all’allenatore una squadra da scudetto e coppe. Il primo colpo è già stato fatto: l’acquisto per 40 milioni di euro dal Real Madrid del nazionale marocchino Achraf Hakimi, esterno destro, nelle ultime due stagioni in prestito al Borussia Dortmund. Per la fascia destra, secondo le indicazioni di Conte, c’è l’italiano brasiliano del Chelesea, Emerson Palmieri uno dei tanti ottimi giocatori venduti dalla Roma in Europa. In difesa l’obiettivo è il ventenne albanese del Verona, Marash Kumbulla, un classe 2000 come il centrocampista italiano SandroTonali, in arrivo dal Brescia. Con la conferma di Conte, che vuole anche un centrocampista esperto, Marotta può ricominciare a pensare al francese N’Golo Kanté del Chelsea o al cileno Arturo Vidal, in uscita dal Barcellona. Da dove ha già deciso di uscire Leo Messi, obiettivo da sempre del presidente Zhang e di suo padre, proprietario della Suning della cui orbita fa parte l’Inter. Se l’asso argentino arriverà (ma ci sono PSG e Manchester City a contenderlo a Conte), il tecnico nerazzurro dovrebbe costruirgli attorno la squadra, cambiando sistema di gioco, come aveva già fatto prima alla Juve quando arrivò Pirlo e poi al Chelsea con Hazard. Suning non ha mai fatto mancare investimenti per alzare il livello della prima squadra e del club. Ad esempio non vanno dimenticati i milioni spesi per riscattare Barella e Sensi, diventati a tutti gli effetti di proprietà dell’Inter così come Alexis Sanchez. In attesa di capire se il caso Messi cambierà i piani del Barça per Lautaro, sul mercato in uscita possono essere sacrificati Brozovic e Skriniar. Quest’ultimo può essere utilizzato come pedina di scambio per il centrocampista francese del Tottenham, Ndombele. Svincolato il trentasettenne terzo portiere nerazzurro Tommaso Berni, Ionut Radu tornerà dal prestito al Parma per fare il vice Handanovic. Sono ancora nerazzurri Perisic (che il Bayern Monaco tratterrebbe ma con una cifra inferiore ai 20 milioni suo tempo decisi per il riscatto) e Nainggolan che potrebbe essere ceduto definitivamente al Cagliari oppure tornare alla Roma.
E veniamo alla Juventus che sembra navigare in acque più tranquille pur se il d.s. Paratici ha il suo daffare per piazzare in uscita gli elementi che Andrea Pirlo, allenatore del nuovo corso juventino, ha indicato: “Sono l’allenatore è normale che voglia cerca certi tipi di giocatori, non li dirò ma è normale che abbia idea di quali giocatori io voglia”. Parla chiaro il nuovo allenatore, ma sa benissimo di non poter essere accontentato su tutto, perché la Juve prima deve vendere per fare cassa e liberarsi di ingaggi pesanti e poi trattare gli acquisti. Le richieste di Pirlo sono chiare da tempo: in primo luogo un centravanti che possa giocare sia con Cristiano Ronaldo che con Paulo Dybala, titolare secondo Pirlo. La scelta dell’allenatore è caduta su Edin Dzeko, che nonostante i 34 anni è il preferito di Pirlo. Anche perché le alternative sono più costose, anche se di maggior prospettiva: da Duvan Zapata a Raul Jimenez, da Arek Milik ad Alexandre Lacazette.
Servono poi due centrocampisti, uno di quantità e costruzione. Poi una mezzala capace di giocare anche trequartista o magari esterno di fascia, possibilmente di piede sinistro. Infine, aspettando di valutare da vicino Luca Pellegrini, la richiesta di Pirlo è per un giocatore di fascia destra: e il preferito del tecnico bianconero è per lo spagnolo Hector Bellerin, difensore dell’Arsenal. Fabio Paratici, che prima deve vendere e poi comprare, non ha un compito facile: il campionato non è così lontano, l’inizio previsto è per il 19 settembre a meno di rinvii per Coronavirus; e la fine del calciomercato è stabilita nel 5 ottobre prossimo. Non c’è quindi molto tempo: e chi prima avrà a disposizione la squadra al completo meglio starà.