Il pateracchio è nato, il calcio italiano ricomincia dalla Coppa Italia, in chiaro Tv come voleva Spadafora. Il ministro dello Sport, che ha sempre addotto motivi anti Coronavirus (ai quali aggiungerei anche motivi elettorali) come quello di evitare resse nei bar per vedere le partite in pay-Tv. E il presidente federale, Gravina, ha fatto in modo di accontentarlo: ha messo semifinali di coppa Italia il 12 e 13 giugno con finale il 17; i recuperi di campionato il 19 giugno (Atalanta Sassuolo) e il 20 giugno (Inter-Samp, Torino-Parma e Verona-Cagliari). Poi dal mercoledì seguente il via al campionato. Ma Spadafora vuole in chiaro anche alcune partite trasmesse da Sky o da Dazn: e la Lega, probabilmente, farà in modo di accontentarlo. Il perché è facile intuirlo. Comunque non fosse più possibile continuare, però, ecco i piani B e C: il primo punta a play-off e play-out, il secondo a un algoritmo. Come spiega La Gazzetta dello Sport, si tratta di una serie di parametri dai differenti pesi, da usare in caso in cui alcune squadre abbiano giocato un diverso numero di partite. Le voci in campo saranno media punti/partita, differenza casa-trasferta, calendario che aspetta i club, differenza reti, gol fatti e distanza dal traguardo finale. Un bel passo avanti nei convincimenti di Spadafora che si era espresso, inizialmente, per lo stop totale.
L’Inter ha protestato, chiedendo di giocare la semifinale di coppa Italia per prima visto il tour de force cui sarà sottoposta. Ma non ha ancor avuto risposta, per cui Conte ha chiesto di aggregare alla squadra numerosi giocatori della Primavera. Ma forse l’Inter non verrà accontentata, sempre per fare un piacere al ministro Spadafora: vuoi mettere ripartire con un Juventus-Milan rispetto a Napoli-Inter?
Stavolta debbo riconoscere che gli unici ad avere intelligenza sono stati i calciatori pretendendo di non giocare nel bel mezzo dei pomeriggi estivi. Così avranno ottenuto una duplice vittoria: per i muscoli e per lo stipendio.