La dirigenza della Juvetuse si mosse per far superare in tempi record l’esame di italiano al giocatore uruguaiano di calcio Luis Suarez all’Università per gli stranieri di Perugia con l’obiettivo di farlo diventare cittadino del nostro Paese e poterlo acquistare entro l’inizio di ottobre. Il primo a chiamare il rettore della Statale Maurizio Oliviero è stato Federico Cherubini, neo-direttore sportivo della società; in seguito, anche il direttore dell’area tecnica Fabio Paratici ha fatto altre telefonate. Entrambi potrebbero essere convocati nei prossimi giorni dai pm e dalla Procura della Federcalcio. Come è stato rivelato, ci sono delle accuse di corruzione nei confronti di varie persone dell’Università umbra, tuttavia mancano indizi sul nome dei corruttori. Siamo, dunque, al ridicolo in una situzione che stando alle intercettazioni sembra abbastanza chiara: la Juventus ha chiamato membri dell’università degli stranieri di Perugia accomandando il giocatore perché, in realtà – com’apparso nelle intercettazioni – Surez non spiccicava neppure una parola nella nstra lingua. Però conosceva le domande, le risposte ai quesiti e anche il voto con cui sarebbe uscito dall’esame. C’è corruzione, ma non ci sono corruttori? La solita farsa italiana, scritta e diretta dagli amici degli amici.
Intanto alcune società della serie A stanno prospettando il ritorno del pubblico nelgi stadi, con un numero pari al 25% della capacità degli impianti. Ben più dei 1000 oggi indicati dal Dpcm di agosto ora in scadenza, limite suggerito dal comitato tecnico scientifico. La linea del governo è tracciata: l’emergenza che scade il 15 ottobre sarà estesa fino alla fine dell’anno, previo passaggio alle Camere. Il governo non vuole infatti rinunciare a uno strumento di intervento rapido, che permette di emanare norme in deroga. Il ministro della Salute Roberto Speranza è contrario alla proposta del 25%, pur professandosi tifoso: «La priorità è la scuola, non credo gli stadi abbiano la stessa priorità». I tecnici ritengono che la rete sanitaria dei controlli non riuscirebbe a sostenere un impatto maggiore «Un conto è fare il tracciamento dei contatti stretti di una persona positiva se a un evento hanno assistito in 1.000. Altro conto è cercare tra decine di migliaia», sono la prova del timore che regna al CTS che si riunirà lunedì per valutare il protocollo trasmesso a Palazzo Chigi dalla Conferenza delle Regioni, approvato ieri. Nicola Zingaretti, presidente del Lazio: “La mia posizione non c’entra niente con lo sport o il calcio, ma bisogna mantenere un minimo di logica e coerenza nelle scelte che si fanno per garantire la sicurezza dei cittadini». Sarebbe, in effetti, incoerente infatti imporre a scolari e insegnanti misure severe di distanziamento e mascherine e poi cedere alle pressioni dei presidenti delle società di serie A. «Non vogliamo il discoteche bis», replica la sottosegretaria Sandra Zampa, ricordando il prezzo pagato in termini di contagi per il ritorno ai balli.