Oggi è un giorno importante per la ripresa del campionato di calcio italiano. Questo pomeriggio è in programma un incontro, via elettronica, tra la Figc e il comitato tecnico-scientifico del Governo per discutere sul protocollo medico. Oltre alla questione dei test sierologici e dei tamponi, il nodo da sciogliere è legato alla procedura da seguire in caso di positività: secondo il comitato tecnico-scientifico chi è positivo va messo in quarantena per due settimane.
L’ultima parola spetterà al Governo, anche se il ministro dello Sport, Spadafora, si è sempre dimostrato inflessibile sul concetto di sicurezza per quel che riguarda l’attività dei calciatori. Simone Valente, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e capogruppo del Movimento5Stelle alla Camera, ha dichiarato al Corriere dello Sport: “Il tema principale è la tenuta economica dell’intero sistema calcio, va evitato il collasso. Produce lavoro e ricchezza, sono tutti soldi che entrano nelle casse dello Stato e che ritornano a tutti gli sport, poi migliaia di posti di lavoro sarebbero a rischio nel caso in cui il campionato non ripartisse. Nella fase iniziale il parere della commissione tecnico-scientifica è importante per tutelare la salute di atleti e operatori, ma la decisione è un’esclusiva di Governo e Parlamento come in Germania”.
Il capitano del Brescia, Daniele Gastaldello ha dichiarato a La Repubblica: “La nostra città è ancora ferita, io non voglio giocare. E poi non ci sono neanche i presupposti, non ci sentiamo sicuri. Ci chiedono di riprendere ad allenarci e di tornare in campo subito, concentrando dodici partite in un mese e mezzo: è ingiusto, ne va dell’incolumità di tutti i giocatori. Io parlo per me e per i compagni: se il prezzo della ripresa è farci male anche seriamente, non ne vale più la pena. Abbiamo paura. Siamo esposti, tutti, non solo noi calciatori, ma magazzinieri, fisioterapisti, massaggiatori. Tutti a contatto, inevitabilmente. Sento che la soluzione sarebbe chiuderci in ritiro due mesi: non ha senso, è contro natura, siamo professionisti ma anche esseri umani, abbiamo mogli, figli. Non c’è nemmeno un protocollo ancora. Ci aspettiamo che chi ha il potere di decidere decida, non si può rimandare ancora. Per la Uefa il campionato deve finire a inizio agosto. È passata una settimana di maggio e noi ancora non ci alleniamo. Non è stato giusto partire scaglionati. Noi al Brescia ancora non abbiamo ricominciato, e non siamo gli unici. Certo, per ora si tratta di allenamenti individuali, ma bisognava partire tutti insieme. Anche se veniamo dalla zona rossa, nessuno di noi ha mai avuto sintomi: certo, ce lo siamo chiesto, ci siamo telefonati spesso per sapere come stessimo. Sinora mai fatto un tampone e se siamo stati infettati lo scopriremo soltanto quando ci faranno i test prima degli allenamenti”.
Giustificate le paure dei calciatori, anche perché sulle conseguenze di un’infezione da Covid-19 ci sono ancora discussioni e opinioni. Tuttavia, il professor Francesco Le Foche, immuno-infettivologo ha dichiarato al Corriere dello Sport: “Dobbiamo tornare alla normalità, il calcio può ripartire con tutta la prudenza necessaria. Servono regole ferree: giocare a porte chiuse, fare test sierologici a tutti, sanificazione perfetta. Necessari tamponi rapidi prima di ogni partita e durante la settimana. Misurare la temperatura a tutti quando entrano in campo. Mi sembra un protocollo di grande attenuazione del rischio. Attenzione, il calcio non è solo la squadra, necessario anche un capillare controllo di tutto l’entourage che ruota intorno ai calciatori. Sono fiducioso, il calcio professionistico ha tutti i mezzi economici e tecnici per gestire questa situazione. Ora nessuno può garantire il rischio zero, non possiamo aspettarci di azzerare il virus ma in qualunque metropolitana ci saranno più rischi che su un campo di calcio. Possiamo ipotizzare già dal prossimo un campionato a porte aperte, con i tifosi e la passione. Naturalmente, adottando gli accorgimenti del caso: i sedili distanziati, le misure igieniche e i comportamenti responsabili”.
Oggi si riunirà anche l’assemblea di Lega Pro. La maggioranza dei club non vuole riprendere i campionati e al voto ci sarà l’ipotesi di promuovere in Serie B le squadre in testa alle classifiche dei tre gironi: Monza, Vicenza e Reggina mentre per la quarta promozione sorteggio fra miglior seconda (Reggiana) o miglior media punti (Carpi).
Intanto proseguono le azioni di calcio mercato. E proseguono, come in altre stagioni, le telenovele fra squadre e giocatori. La nuova puntata del “serial” riguarda Gonzalo Higuain e la Juventus. Mentre il club bianconero lo aspetta alla Continassa dall’Argentina arrivano le parole del padre. Del giocatore, Jorge Higuain, intervenuto a TNT Sports ha spiegato: “Un ritorno al River per ora non è praticabile, Gonzalo ha un anno e mezzo di contratto e lo rispetterà“. Chiusura, dunque, ad un immediato ritorno al Rover Plate, mentre in merito alle critiche piovute sul figlio Higuain sr. Ha detto: “Ci sono giocatori che sono molto criticati, credo che certa gente sia stupida. Passano l’intera giornata ad attaccare coprendosi con l’anonimità della reteSono poveri codardi che hanno tempo da perdere”.
Il centrocampista del Sassuolo Manuel Locatelli è stato protagonista di una stagione di alto livello.L’averlo ceduto, sta provocando al Milan una situazione di rincrescimento estremo. L’operazione complessiva chiusa dal Sassuolo fu di 10 milioni di euro più 2 di bonus, un affare di alto livello cono l’opportunità di investire su un talento. E sull’affare c’è un particolare determinante: il Milan non ha alcun diritto ricompra, Locatelli è totalmente di proprietà del Sassuolo per una scelta fatta proprio nell’estate 2018 così da incassare più cash possibile come cifra fissa non dovendo ottenere clausole di riacquisto. Sorride l’ A.D. Giovanni Carnevali perché Locatelli oggi vale almeno il doppio e sul centrocampista c’è da tempo l’interesse della Juventus. Tuttvaia l’ex Milan è anche nella lista dell’Inter per il centrocampo molto italiano come piace a Marotta e con caratteristiche che Ausilio stima da anni.
Dopo lo scambio tra i terzini sinistri Spinazzola e Luca Pellegrini (in questa stagione in prestito al Cagliari), Roma e Juventus stanno studiando nuove operazioni di mercato. Si è già parlato di un possibile approdo a Torino di Cristante in cambio del centrocampista Mandragora, ora all’Udinese. Tuttosport scrive che i bianconeri sono disposti a offrire Bernardeschi come parziale contropartita tecnica per arrivare a Zaniolo. Tuttavia la Roma non vuole privarsi del giovane talento italiano, sulla via del recupero dopo l’operazione al ginocchio infortunato all’Olimpico proprio contro la Juve. E in ogni caso prenderebbe in considerazione l’idea di sacrificarlo sul mercato in uscita soltanto per sistemare il bilancio.
In effetti, il miliardario statunitense Dan Friedkin si allontana sempre più dall’orizzonte della Roma. Il magnate texano non si è più fatto semntire da Pallotta dopo essere stato a un passo dalla firma per rilevare il pacchetto di maggioranza della società giallorossa e ora sembra essersi davvero defilato. Di sicuro per Friedkin non si tratta di una mancanza di liquidità, visto che negli ultimi giorni ha acquistato per quasi 6 milioni di dollari una mega villa a Santa Monica che era di proprietà dell’attrice Jessica Capshaw, protagonista delle serie tv “Arizona”.
Dietro alla trattativa per il momento abbandonata, sul contratto preliminare di vendita c’era ancora distanza fra la valutazione debiti compresi di Pallotta e soci, almeno 700 milioni di euro, e quella stimata da Dan Friedkin che è di 400-450 milioni. Differenza che poteva essere limatama in seguito la pandemia ha reso tutto ancora più difficile. Il motivo, come riporta oggi Il Tempo, è anche da ricercare nell’uscita dall’affare dei soci di minoranza di Friedkin, probabilmente convinti che in questo momento non conviene investire nel calcio italiano e in particolare in una città come Roma con la questione stadio ancora in alto mare.
A fine pandemia le parti potrebbero anche sedersi di nuovo al tavolo , anche per questo è stato dato mandato a Goldman Sachs di cercare nuovi investitori, nonostante la ricerca al momento non abbia dato i frutti sperati. Si cerca sul mercato arabo ma anche su quello cinese. La Roma si trova in condizioni economiche precarie, il bilancio di giugno dovrebbe segnare un deficit di 110 milioni. Pallotta e soci dunque dovranno garantire liquidità in ogni caso. Quel che ormai sembra certo è che la prossima stagione sarà programmata con taglio degli stipendi e ridimensionamento economico che porterebbe anche a cessioni eccellenti: da Zaniolo a Under, da Pellegrini a Kluivert.
E ora l’Inter. La società nerazzurra sta cercando di caiuterasi nella possibilità che Lautaro Martinez possa trasferirsi al Barcellona. Marotta e Ausiliao hanno individuato in Timo Werner, attaccnte del Lipsia, il sostituto ideale. Secondo la Gazzetta dello Sport, la sua clausola di rescissione esercitabile entro il 15 giugno scenderebbe da 60 a 50 milioni di euro nel caso in cui il suo club non si laureasse campione di Germania, vincendo la Bundesliga che riprenderà dopo il “sì” della Merkes o nel fine settimana 15-17 maggio o in quella successivo. Su Timo Wernes c’è sempre, però, la concorrenza del Liverpool allenato dal tedesco Jurgen Klopp.
Il Milan fa sul serio per Luka Jovic. L’attaccante serbo è il grande obiettivo in vista della prossima stagione per i rossoneri, il giocatore considerato ideale per il presente e per il futuro.
Dico la mia: fossi Marotta farei di tutto per trattenere Lautaro Martinez, attaccante ben più forte di Timo Werner e spalla ideale per Lukaku. Lo farei premiandolo, dopo che Lautaro pur di venire all’Inter su consiglio di Diego Milito aveva rinunciato a stipendi più consistenti da parte di altre squadre d’Europa tipo Borussia Dortmund e Atletico Madrid, con un ingaggio da top player. Tanto per dare un’idea, come quello di Lukaku o di Eriksen.
Infine il Milan, che sta in terra spagnola l’attaccante Luka Jovic. Florentino Perez, presidente del Real Madrid, crede molto nelle sue qualità ma sdeve convincere l’allenatore Zidane a puntare sul centravanti o cederlo, evitando così che la sua valutazioni si abbassi ulteriormente. Jovic piace molto a Ralf Rangnick, in procinto di diventare il nuovo allenatore del Milan che, se dovesse prendere Luka Jovic, potrebbe non rinnovare con Ibrahimovic, uno esclude l’altro. Il Milan ha ripreso i contatti con il Real Madrid e con l’agente dle giocatore, Fali Ramadani, per conoscere il prezzo dell’attaccante che il Real ha pagato 60 milioni di euro solo 12 mesi fa ma che, adesso, potrebbe costare meno. Il club rossonero è pronto a investire una cifra vicina ai 40 milioni di euro e non esclude anche un’eventuale operazione in prestito biennale con obbligo di riscatto. La trattativa è difficile e Milan deve anche battere la concorrenza di Napoli e Newcastle.