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Mag 12 #CALCIOLAND-DUBBI SULLA RIPRESA DEL CAMPIONATO A GIUGNO

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Il via libera deciso, in pratica, dal comitato tecnico scientifico del governo sulla ripresa degli allenamenti collettivi delle squadre di calcio, non nasconde il timore che, in realtà, la ripresa dei campionati di serie A e B non sia affatto scontata. In pratica, il CTS del Governo consente la ripresa dei campionati fatta salva l’obbligatorietà della quarantena per tutti i membri della squadra, staff e personale in caso di positività di una sola persona: il che equivale a rendere quasi minima la speranza di terminare regolarmente la stagione.
Le indicazioni del CTS sono state recepite in maniera totale dal Governo, rappresentato dal Ministro della Salute, Speranza, e da quello dello Sport, Spadafora, anche se l’ultima parola spetterà al premier Conte. Ma che l’esecutivo abbia già messo in preventivo uno stop definitivo lo si deduce dalla presenza, nella bozza di oltre 450 pagine del Decreto Rilancio prossimo alla pubblicazione, dell’articolo 211 che affronta la questione della conclusione dei campionati in corso e delle norme per la stagione 2020/2021. Come messo in risalto da Repubblica, si fa riferimento a un provvedimento che avrà i suoi effetti nel caso in cui le società decidessero di fare ricorso in caso di conclusione dell’attuale stagione, con relativi verdetti. L’idea sarebbe quella di centralizzare tutti i ricorsi presso il Collegio di garanzia dello Sport del Coni, eliminando i soliti due gradi di giudizio federali. Una norma che verrebbe in soccorso della Federcalcio che, nell’eventualità di una decisione governativa di bloccare in maniera definitiva l’attività, non dovrebbe affrontare l’organizzazione dell’annata successiva col peso di strascichi sul piano della giustizia sportiva.

Si tratta, come si può ben capire, di una sorta di partita che il calcio deve condurre contro la volontà, nascosta ma non troppo, dello stop definitivo che vorrebbe Spadafora e Speranza i quali temono infezioni di ritorno molto pericolose come stanno già avvenendo in parecchie partite del mondo. I contagi recenti avvenuti in seno a tre squadre di serie A (Torino, Fiorentina e Sampdoria) inducono, giustamente, i ministri ad una estrema prudenza.

Del resto non si possono classificare gli inevitabili contatti che ci sarebbero in un incontro di calcio (così come di Basket, di Volley, di qualunque sport di squadra) meno gravi di quelli fra persone al parco, per strada, sulle spiagge, nei ristoranti, nei bar, negli esercizi pubblici in generale che devono osservare norme precise e abbastanza severe per difendere la comunità intera dal contagio.

 

 

 

 

 

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