La Lega Calcio è convocata per oggi pomeriggio. All’ordine del giorno i calendari e i tagli agli ingaggi dei giocatori: su questo tema è scontro aperto con l’Assocalciatori, disposta a congelare solo aprile, mentre i club chiedono il taglio di quattro mensilità. Per quel che riguarda il campionato, secondo alcuni presidenti di società potrebbe ripartire tra fine maggio e inizio giugno, ma non tutti sono d’accordo, anzi alcuni nicchiano e altri sono decisamente contrari. Juventus, Lazio, Roma, Napoli, Parma, Verona, Sassuolo e Lecce sono favorevoli a riprendere a giocare;
Inter, Milan, Fiorentina, Atalanta, Bologna e Cagliari restano in attesa; Torino, Udinese, Genoa, Sampdoria, Spal e Brescia sono contrari.
Che si possa ritornare a giocare, ovviamente a porte chiuse, dal 20 maggio (come vorrebbero i fautori di una ripresa rapida) sembra piuttosto improbabile. A confermare lo scetticismo sulla ripresa dei campionati c’è l’opinione del professor Enrico Castellacci, presidente dell’associazione medici italiani di calcio, che avverte: “Dovranno decidere i medici, non i dirigenti. Io non dico che si chiuderanno i campionati in Italia, ma dico che nulla è scontato. Di sicuro andranno rifatte tutte le visite d’idoneità e il via libera a chi è stato contagiato passerà attraverso test ulteriori. La casistica sul Coronavirus dimostra che può causare danni pericardici”. E il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport: “Oggi nessuno ha certezze. Da noi molti casi di Coronavirus, come posso chiedere a chi è stato male di giocare tre partite a settimana? Finiamo qui, troviamo accordi con tv e giocatori che sono persone serie. E poi pensiamo a delle riforme per il movimento del calcio e non solo”.
Un’altra polemica è tra calcio e politica sull’utilizzo dei fondi speciali e della cassa integrazione. Prossimamente il Governo farà uno screening e sulla base dei numeri del contagio deciderà se riaprire agli allenamenti a fine aprile o inizio maggio. Ma, al proposito, c’è un’opinione del Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli a “Radio anch’io” che contrasta con la volontà degli “aperturisti”: “A casa anche dopo il 1 maggio? Credo proprio di sì. Non credo che questa situazione passerà entro quella data. Dovremo stare in casa per molte settimane”.
L’Uefa, invece, sembra camminare su un altro pianeta: come se la pandemia potesse scomparire da un momento all’altro. Il vicepresidente dell’Uefa, Michele Uva ha dichiarato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “La salute pubblica è la nostra stella polare, la volontà comune è riprendere e terminare i campionati inserendo nel mezzo i turni delle coppe europee. Il 30 giugno è la data che segna la fine della stagione sportiva, della chiusura dei bilanci e dei vincoli contrattuali dei giocatori. Per prolungare il termine di chiusura dei bilanci servirà un decreto legge per superare il vincolo civilistico. Per i contratti dei giocatori invece serve una disposizione della Fifa, ma c’è disponibilità a farla. Si rivedranno i calendari. Ci sarà uno slot per le nazionali a settembre, ottobre e novembre e l’eventuale partenza dei gironi delle coppe ad ottobre. Licenze Uefa e Fair Play Finanziario? Ci sarà una data ultima e compatibile per tutte le federazioni per presentare l’elenco dei partecipanti alle coppe europee. Il Fair Play Finanziario ha portato il sistema da una perdita di 1,7 miliardi a un utile di 141 milioni in soli 8 anni. Non poteva essere cancellato, ma bisognava tener conto delle problematiche create dal Coronavirus e quindi adeguare transitoriamente le norme, non richiedendo il budget 2020-21 fra i documenti necessari. Il pareggio di bilancio e il pagamento dei debiti scaduti restano invece in vigore”.
La Uefa sta preparando il calendario per le nazionali da settembre 2020 al Mondiale di dicembre 2022 in Qatar. Un tour de force che prevede 28 partite in 28 mesi, senza contare Europeo e Mondiale: una squadra che arrivasse in finale nei due tornei ne giocherebbe 42. Io ritengo che sia un progetto troppo oneroso da realizzare, visto che numerosi giocatori sono stati contagiati e quindi dovranno essere sottoposti a nuovi esami clinici e test dinamici.
La premier, in quest’ottica, ha proposto che alla ripresa del campionato le sostituzioni durante una partita passino da tre a cinque elementi. Io ritengo che si possa anche arrivare a sei. Mentre nell’europeo dell’anno prossimo, a seconda dei risultati ottenuti dalla scienza virologica in rapporto ai vaccini, le sostituzioni nei campionati nazionali, nelle coppe internazionali e nelle partite degli europei, le sei sostituzioni siano obbligatorie.