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Mag 15 #CALCIOLAND-IN SERIE A L’INTER GUIDA LA RIVOLTA CONTRO IL PROTOCOLLO SANITARIO DEL GOVERNO

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C’è stata una sorta di ribellione fra i Club della serie A sul protocollo del CTS, studiato per la ripresa del campionato che dovrebbe essere fissata per il 13 giugno, che la Federcalcio ha concordato con il Governo. La volontà da parte dei club della massima serie è infatti quella di indire un consiglio di Lega per discutere di alcuni punti del protocollo FIGC non particolarmente graditi. In sostanza le società della massima serie di calcio hanno bocciato il protocollo e venerdì  si incontreranno con la Figc in attesa del confronto con il Ministro Spadafora e il CTS, per deciderne uno nuovo. “Si è svolta questo pomeriggio in video conferenza – dice un comunicato – una riunione tra rappresentanti delle Società e medici delle stesse per un’analisi delle indicazioni sulla ripresa degli allenamenti collettivi a partire dal 18 maggio. L’incontro si è svolto in un clima propositivo e di collaborazione tra Club e componente medica, con l’obiettivo di trovare soluzioni idonee e praticabili nell’applicazione delle istruzioni ricevute, con particolare riferimento alla quarantena di gruppo e alla responsabilità dei medici sportivi. A tale proposito domani mattina la Lega Serie A, insieme ai vertici della FMSI e al Dott. Nanni, si riunirà con la Figc, per individuare insieme un percorso costruttivo di confronto con il Ministro della Salute, con il Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, con il CTS, e giungere a un protocollo condiviso”.
Ieri i club si sono ritrovati e hanno deciso di indire un consiglio per chiedere alla Lega di trattare ancora con il Governo: le società infatti non intendono più svolgere il maxi ritiro, propongono una variazione sulla quarantena per tutta la squadra in caso di un calciatore positivo e chiedono di non considerare la responsabilità oggettiva del medico sociale in caso di contagio.

Nel frattempo la Figc ha attivato “un pool ispettivo della Procura Federale, con il compito di verificare il rispetto delle indicazioni contenute nei protocolli sanitari della Federazione, così come approvati dalle autorità di governo“. Ciò perché la Lazio, viollando le indicazioni contenute nel protocollo sanitario federale, ha consentito all’allenatore Simone Inzaghi di allenare i giocatori facendo loro disputare partitelle “tre contro tre” in modo da presentarsi alla ripresa del campionato, se ripresa ci sarà, in vantaggio su Juve e Inter per la battaglia scudetto.

Infine i giocatori, tramite laloro associazione, hanno fatto sapere di essere disponibili ad andare in ritiro ma solo nelle due settimane precedenti alla ripresa della Serie A, data che per il momento non è ufficiale. In ballo, quindi, c’è una serie di problemi da risolvere che verranno discussi nei prossimi giorni in un incontro a tre fra il premier Giuseppe Conte, Gabriele Gravina, presidente Federcalcio, e  Paolo Dal Pino presidente della  Lega Serie A.

Ma anche nelle aule parlamentari c’è fermento nei confronti del calcio italiano. Ieri il senatore leghista Claudio Barbaro, presidente ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane) ai microfoni di Radiosportiva ha detto parole durissime: “Il mondo del calcio ha sempre contribuito allo sviluppo del sistema sportivo italiano, ma è altrettanto vero che nel corso degli anni ha radicalmente cambiato pelle, perdendo fortemente i propri connotati sportivi e diventando esclusivamente un discorso commerciale. Ci sono interessi che devono essere salvaguardati, ma c’è un’emergenza che ha messo tutti in ginocchio. In questa situazione il mondo del calcio non si è posto in modo carino e se avesse agito in modo più composto avrebbe avuto risposte diverse. La Liga Spagnola ha messo a disposizione 200 milioni di euro per tutto il sistema sportivo e ha creato condizioni per un dialogo. Qui invece il calcio ha solo chiesto e non si è fatto carico di un bene comune, pretendendo anche agevolazioni fiscali. Lo sport di base? Da questa situazione ne esce con le ossa rotte. Tutti i centri sportivi vivono nella completa incertezza. Il calcio produce un ritorno fiscale importante, ma lo sport di base produce altrettanto se non di più. Il governo deve intervenire”. Il senatore Barbaro ha poi concluso affermando che il calcio italiano non deve aspettarsi un percorso preferenziale rispetto a quelli su cui stanno camminando tutti gli italiani.

 

 

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