Il sudore fa parte del gioco del calcio, Inter e Atalanta ne spremono molto per contendersi il secondo posto in classifica, duello che si risolverà domenica nello scontro diretto. Va avanti la squadra di Gasperini, che gioca prima, sudando non poco a Parma dovendo recuperare un gol dello scatenato Kulusewski quasi alla fine del primo tempo. Una prima parte di gara in cui i ducali mettono sotto i bergamaschi con un pressing asfissiante. E suda molto l’Atalanta nella ripresa cercando di imporre il suo gioco avvolgente con scarichi al centro per le conclusioni di Zapata o di un centrocampista. La seconda parte di gara comincia con una decisione importante di Gasperini che sostituisce l’abulico Pasalic con Malinovskyi e Caldara con Muriel. È evidente che Gasperini non vuole perdere e non vuole neppure pareggiare quando il tuttofare placco imbrocca il calcio di punizione e pareggia. L’Atalanta spinge ancora, il Parma non ne ha più: Pupo Gomez infila in rete uno dei suoi bolidi, il portiere del Parma è strepitoso su Gosens negandogli l’1-3 e i bergamaschi salgono al secondo posto in classifica attendendo l’Inter.
Inter che Conte, come avevo previsto, non schiera contro il Napoli la squadra secondo le previsioni dei media ma con un turnover consistente rispetto all’undici vittorioso contro il Genoa, che lascia in panchina Lautaro, Skriniar, Godin, Eriksen, Young e, soprattutto, Moses dando il patentino di trequartista a nonno Borja Valero. In attacco Sanchez affianca Lukaku ma dopo un paio di sgroppate positive, si vede subito che il buon Alexis non è in giornata positiva. L’Inter gioca in ripartenza perché il centrocampo del Napoli è molto attivo a portare avanti palloni che Milik si fa togliere oppure spreca con soluzioni inimmaginabili.
La buona vena di Biraghi nello scendere a sinistra porta al primo gol nerazzurro, cosa fino a fondo cross in mezzo all’area dove è appostato D’Ambrosio uno dei più opportunisti fra i difensori italiani: rasoterra non forte ma preciso che prende Meret fuori posizione. Per parte sua, Handanovic fa da par suo, neutralizzando una bordata di Zielinsky, una di Politano e guardando un pallone dell’astuto Insigne filargli di fianco rasente al palo alla sua destra.
Passano i minuti e il Napoli è sempre più sterile, Gattuso si accorge che Milik fa più danni che gioco, lo fa uscire sostituendolo con Callejon. L’Inter corre e suda e verso il quarto d’ora della ripresa Conte si rende… conto che per mettere al sicuro il risultato deve avere coraggio. Il coraggio dell’Antonio è far entrare finalmente Lautaro Martinez, come dire il meglio del meglio in fatto di attaccanti, cosicché per Rino Gattuso cala il buio: un’azione strepitosa manda il Toro ai 28 metri da dove scarica un destro che Meret vede solo infilarsi rasente il suo palo sinistro. Prima Biraghi, lanciato da nonno Borja Valero, si era beccato i “vaffa” da Lukaku per aver sprecato un pallonissimo tirando alle stelle dalla sinistra dell’area di attacco invece di passare al centro, dove Romelu era smarcato. Lukaku si rifà non segnando ma infilando un rasoterra per Barella mettendolo, da solo, su un’autostrada davanti a Meret. Barella, però, si allunga troppo la palla nel tocco conclusivo e spreca la facilissima occasione. Finis, Inter di nuovo seconda. E Aurelio De Laurentiis, presidente, avanza la solita, inaccettabile, proposta: “Speriamo di riuscire a vincere uno scudetto nei prossimi anni, ma non è facile. Con la FIGC stiamo provando a percorrere la strada dei playoff e dei playout per spezzare la continuità penalizzante degli ultimi 9 anni”. Così il Napoli, invece di spendere per acquistare giocatori validi, anche arrivando quinto o sesto potrà sempre sperare di avere un colpo di fortuna e battere chi lo precede. Intanto il buon Aurelio pensa di “circumnavigare” il d.s. della Juve, Paratici, rifilandogli Arkadio Milik, magari con lo sconto sui 50 milioni richiesti in un primo momento: per un giocatore a fasi alterne che ha un contratto in scadenza l’anno prossimo? Suvvia, presidente De Laurentiis, “ ‘ca nisciun’ è fess”.