Il presidente della Federcalcio stavolta ha ragione, quando risponde a Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, e alla protesta, sul tema degli stipendi, dei giocatori che non accettano decurtazioni e minacciano uno sciopero alla eventuale ripresa del campionato. Dico che Gravina ha ragione, anche se avrebbe dovuto essere più severo, non solo per quello che il presidente Figc sta sostenendo, ma anche perché i calciatori hanno tetti salariali netti che un impiegato qualunque incasserebbe da 4 a 400 anni! E il non voler fare sacrifici suona, a mio avviso, deleterio per l’immagine della categoria. Sia come sia, comunque, il presidente Gravina ha dichiarato a La Repubblica: “Sarebbe paradossale pensare a uno sciopero dei calciatori oggi che l’Italia cerca di ripartire. Il mondo del calcio ha una responsabilità verso il Paese e verso il governo: non si possono chiedere interventi pubblici e poi minacciare di non voler giocare. I lavoratori di altri settori sono nelle stesse condizioni, perché i calciatori dovrebbero avere aiuti ulteriori? La Lega Serie A ha indicato il 13 giugno come data per la ripresa, aspettiamo l’incontro con il ministro Spadafora il 28 maggio per capire se e quando potremo fissare una data che in tanti aspettano: i tifosi, gli addetti ai lavori e le decine di migliaia di lavoratori dell’indotto che vedono i propri posti di lavoro a rischio. Le competizioni si concludono in base al merito sportivo, se qualcuno pensava di derogare è rimasto deluso. Se le condizioni sanitarie lo consentiranno, i campionati devono essere portati a termine regolarmente, altrimenti procederemo a introdurre play-off e play-out con la partecipazione di tutti i club divisi per fasce di classifica. Solo come ultima istanza, se non sarà possibile riprendere, potremmo individuare un criterio oggettivo per la definizione delle graduatorie, seguendo un algoritmo, ma sempre con promozioni e retrocessioni. Decideremo tutto nella prima settimana di giugno, le retrocessioni ci saranno. Il 1° settembre non parte un nuovo campionato, ma solo la nuova stagione. Faremo delle riflessioni, sia sulla data di inizio del nuovo torneo sia sul format futuro. Può esserci una modalità diversa per consentire un campionato più avvincente e meno carico di impegni”.
Secondo La Repubblica, la formula a cui lavora la Figc sono i play-off fra le prime 6: le prime due (Juventus e Lazio) direttamente in semifinale; quarti di finale con 3ª (Inter) contro 6ª (Napoli) e 4ª (Atalanta) contro 5ª (Roma). Formula simile per i play-out fra le ultime 6 per decidere le tre retrocessioni. E le 8 squadre di centro-classifica potrebbero sfidarsi per gli altri piazzamenti (il 7° posto può valere l’Europa League, gli altri danno una quota migliore di premi e diritti tv).
Un format che non mi trova d’accordo, e che probabilmente non troverà d’accordo i presidenti di Inter e Atalanta, perché rimette in gioco Napoli e Roma che, stando alla classifica fino ad ora registrata, non avrebbero chances per vincere il titolo. Non sono d’accordo neppure per i play-out che dovrebbero riguardare le ultime otto squadre della classifica, dato per scontate le retrocessioni di Brescia e Spal, in zona pericolo non ci sarebbero solo Genoa e Sampdoria ma anche Torino, Udinese e Fiorentina e cioè cinque squadre racchiuse fra 25 e 30 punti. E non sarebbe giusto considerare in pericolo solo le due di Genova e i granata.