Poca cosa, il Torino del presidente Cairo per la Juventus che sta riguadagnando la condizione migliore. Dybala e Cuadrado con due gol di maestria suggeriti da Cristiano Ronaldo che, a sua volta, va in gol con un calcio di punizione che l’innocente Sirigu non riesce a intercettare. Soprattutto perché la barriera granata è costruita male, con Verdi, con un’altezza di 1.74 è di gran lunga il più basso dei quattro, sistemato proprio sulla linea di tiro: CR7 gli fa passare il pallone proprio sopra la testa, parabola perfetta alla sinistra del portiera quasi sull’incrocio dei pali. Poi ci pensa Djidji a regalare, con un’autorete, il quarto gol alla Juve che ha tremato, ma solo un po’, quando il toro è andato sul 2-1 con un calcio di rigore di Belotti sul mani di de Ligt rilevato dal Var. Un Torino, insomma, che non ha negli attaccanti la sua arma migliore, perché Verdi cicca spesso il passaggio e Belotti non è un mostro di tecnica e se il difensore è tosto non riesce a saltarlo nell’uno-contro-uno. Diciamo allora che è il Torino che deve smettere di pensare alle zone europee della classifica per badare piuttosto a non cadere in acque pericolose: basta poco, in un campionato dove si gioca ogni tre giorni, a perdere i sei punti di vantaggio sul Lecce. E quando avrà cancellato i patemi di classifica, il presidente Cairo dovrà mettere mano al portafogli per rinforzare la squadra a centrocampo. Altrimenti i rischi ricominceranno nel prossimo campionato.
