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Mag 14 #CALCIOLAND-LA LAZIO INFRANGE LE REGOLE E SI ALLENA A GRUPPETTI. INCHIESTA FEDERALE. SPADAFORA: SI’ AL CAMPIONATO MA SOLO IN SICUREZZA

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Secondo quanto calciomercato.com scrive questa mattina la Lazio ha ricominciato ad allenarsi non più individualmente ma collettivamente. L’allenatore Simone Inzaghi ha diretto ieri mattina e ieri pomeriggio partitelle tre giocatori contro tre in barba alle disposizioni sia del governo sia della Regione. Ora appare chiaro che il presidente Claudio Lotito sta operando in modo che la sua squadra possa ripresentarsi con qualche vantaggio atletico, ammesso che il campionato venga ripreso, nei confronti di Juventus e Inter. Ed è altrettanto chiaro che il menefreghismo del presidente laziale nei confronti delle altre squadre che ottemperano alle disposizioni di  legge ha come obiettivo finale la conquista dello scudetto.

Il presidente della lega calcio, Paolo Dal Pino, finora ha taciuto in barba a un principio di equità che dovrebbe regolare il suo mandato. Se Lotito può fare quello che vuole significa che il calcio italiano, checché se ne dica, non è più soggetto a regole valide per tutti ma piuttosto obbedisce agli interessi personali di qualche presidente addentro alle cariche di palazzo. L’ordine di scuderia laziale è stato messo, se vogliamo ancor di più, dal direttore sportivo Igli Tare il quale ha affermato: “Non posso pensare che il ministro Spadafora sia così irresponsabile da farlo apposta, ma di certo esistono governi in Europa che vogliono aiutare il calcio: la Germania, la Spagna, l’Inghilterra. In Italia non è così e neppure in Francia dove hanno bloccato tutto in via definitiva: e io penso che il governo francese perderà molte cause civili con i club. Evitiamo un’estate in tribunale. Ci stanno prendendo in giro, queste continue complicazioni sono ridicole. Siano più chiari, oppure le conseguenze si riveleranno enormi: economiche, sociali, sportive e psichiche. La gente è in sofferenza nervosa e il calcio è terapeutico. Ne abbiamo bisogno in tanti. Il pallone può essere il segno della vita che ricomincia davvero. Il protocollo sanitario tedesco è il migliore: controlli a tappeto e se c’è un positivo si isola lui, non l’intero gruppo. Si gioca, e se poi qualcuno decide di tornare a casa può farlo, ma pagando di tasca propria i test settimanali per sé e i suoi famigliari. Alla Lazio, dopo gli esami sierologici siamo risultati tutti negativi e nessun giocatore si è mai allontanato da Roma”.

Chissà perché Tare ritiene che il calcio debba avere una corsia particolare rispetto al resto della popolazione italiana che ottempera, con disciplina, alle disposizioni di legge. Resta poi da provare che il calcio sia terapeutico, come sostiene Tare, per la gente italiana in sofferenza nervosa. Io penso che sia più vantaggioso per la psiche e per il fisico una bella passeggiata in un parco oppure per le vie della propria città che non stare davanti a un televisore a vedere una partita priva del tifo degli spettatori, quindi senza il patos tipico del gioco del calcio. E non capisco, soprattutto, perché se i giocatori della Lazio sono in questo momento tutti negativi al Coronavirus, lo debbano restare (come auguro loro ma senza certezze che sia così) anche incontrando i 121 avversari (che possono diventare 176 con le 5 sostituzioni che la Federcalcio vuole instaurare) nelle ultime 12 giornate che restano per terminare il campionato (1080 minuti, senza considerare i recuperi), Torino, Sampdoria e Fiorentina hanno recentemente dovuto fronteggiare alcuni casi di contagio. E se un cittadino qualunque viene trovato positivo non va forse in quarantena insieme a tutta la sua famiglia e a tutti quelli che ha incontrato nei giorni precedenti la scoperta del contagio? E perché il calcio dovrebbe fare differenza?

Sull’iniziativa della Lazio, la Federcalcio “ha attivato da oggi un pool ispettivo della Procura Federale, con il compito di verificare il rispetto delle indicazioni contenute nei Protocolli sanitari della Federazione, così come approvati dalle autorità di Governo. Il pool, alle dirette dipendenze del Procuratore, verificherà che gli allenamenti dei club professionistici ad oggi individuali e dal ‪18 maggio di gruppo, vengano svolti secondo quanto previsto dai Protocolli indicati”.

Secondo la Lega di Seria A si ricomincerà a giocare dal 13 giugno, se il governo darà il via libera alla ripresa del campionato. Si sono espressi a favore di questa data 13 club, quattro invece hanno votato l’ipotesi del 20 giugno. Gli allenamenti collettivi riprenderanno invece dal 18 maggio. Ma il ministro dello Sport, Spadafora, pur facendo intravvedere una soluzione, si mantiene intatte le proprie intenzioni. «Prima di venire qui – ha spiegato Spadafora durante l’informativa al Senato – ho ricevuto la comunicazione del presidente della Federcalcio, Gravina, il quale mi ha detto di aver accolto le osservazioni del CTS, riadattando il proprio protocollo, e quindi consentendo senza altre difficoltà di poter riprendere entro il 18 maggio gli allenamenti collettivi. Ma il calcio – ha proseguito il ministro – riprenderà solo in sicurezza. Nei prossimi giorni si dovrà decidere sulla riapertura del campionato: ma dovrà essere fatto in sicurezza per tutti. Il governo non si farà condizionare, nessuna pressione. Qualcuno si è chiesto: come mai se una cassiera di un supermercato è positiva non si chiude tutto il supermercato? La risposta è semplice: nel supermercato si possono rispettare distanziamenti, si possono utilizzare mascherine, guanti. Nel calcio no».

Infine quasi 200 gruppi delle tifoserie organizzate di squadre dalla Serie A fino ai campionati regionali, insieme a un centinaio di gruppi europei di Spagna, Germania, Francia e altri Stati, hanno sottoscritto un documento contro la ripartenza dei tornei nella fase 2: “Ancora una volta, la supremazia del denaro calpesta il valore della vita umana. Club schiavi delle pay-tv”.

 

 

 

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