Il Coronavirus provoca migliaia di morti in Italia con il rischio, alla ripresa, di una grave crisi economica. Nonostante i problemi che la pandemia di Covid-19 sta provocando e alla prevedibile crisi economica che arriverà con la fase 2, Lega Calcio e Assocalciatori continuano la loro battaglia dei milioni. Una battaglia che suscita indignazione in chi, fra poche settimane, dovrà probabilmente fare i conti per pagarsi la minestra. I presidenti della Serie hanno votato all’unanimità (si è tirato fuori solo Agnelli, che ha già trovato l’accordo con i giocatori della Juventus) per la riduzione degli ingaggi: i giocatori salteranno due stipendi se la stagione ripartirà, quattro se invece non si potrà arrivare alla fine del campionato. La risposta dell’Assocalciatori è stata durissima: “Proposta irricevibile e vergognosa”. I presidenti di società di serie A non sono mammole, fanno i loro interessi, sfruttano il pallone per farsi pubblicità a buonissimo mercato, e con i trasferimenti dei cartellini ci guadagnano a volte milioni. Di fronte hanno un sindacato di cui non fanno parte muratori o metalmeccanici o mezzadri e così via. Sono lavoratori che quando guadagnano poco, tirano su duecentomila euro netti all’anno, fino ad arrivare ai 30 e passa di CR7. Vogliamo parlare di scandalo? Siamo generosi e parliamone. Come può definirsi scandaloso tagliare da un contratto due o quattro mensilità quando, faccio un esempio, questo contratto prevede per un giocatore titolare un montante di 12 milioni lordi, quindi sei netti per chi paga le tasse in Italia? Mi si obietterà che esistono anche ingaggi molto minori, per esempio i 250 mila euro netti annui di un elemento come il bresciano Tonali. Tagliando, nella peggiore delle ipotesi, quattro mensilità a un giovane ventenne di buona prospettiva resta ancora un bel gruzzolo annuo da spendere. Ma i calciatori ritengono che i presidenti vogliano fare i furbetti e far pagare solo a loro la crisi. In realtà, in questa situazione ci sono società che farebbero fatica a sopravvivere mentre i giocatori, anche con qualche mensilità in meno hanno molto, ma molto, ma molto più del necessario per vivere senza preoccupazioni. Fra l’altro senza contare che nei weekend di gara vitto e alloggio sono a carico delle società! E del resto, sono i calciatori che col calcio diventano milionari se è vero quel che sostiene Galliani, e non ho motivo di dubitarne, e cioè che il 55 per cento dei ricavi va ai loro ingaggi. Tutto ciò mentre in Serie B, e soprattutto in C, c’è chi gli stipendi davvero non li potrà pagare neppure a coloro che incassano 50 mila netti all’anno. Tutti stanno zitti, anche l’AIC, troppo impegnata a difendere i ricchi per pensare ai giocatori normali. Penso che questa battaglia finirà con trattative interne fra società, ma giocatori e gli accordi saranno difficili con evidente strascichi di polemiche e relative sorprese.
Mentre società e Assocalciatori litigano in Italia, la Fifa ha inviato a Uefa, Eca, Federazioni e Leghe Europee le linee guida circa il mercato del calcio: da quando si ripartirà sino a fine anno. Linee guida in base alle quale gestire gestire le 16 settimane previste dal calendario internazionale per le trattative e gli affari. Ma anche se ogni Federazione può gestire il mercato in maniera autonoma, starebbe nascendo l’idea di creare una finestra comune a tutte le leghe europee, con una data di inizio e di fine delle trattative per tutti.
E a questo punto entra in scena Massimo Moratti. L’ex presidente sa bene come far sognare i tifosi dell’Inter. Lo fece soffiando Ronaldo, quello vero, al Barcellona quando il Fenomeno entrò in crisi con la società. E ora che Leo Messi sta percorrendo la stessa strada, Moratti in un’intervista a Radio anch’io lo sport l’ex patron fa esplodere una bomba rumorosissima: “Messi all’Inter? Non è un sogno proibito, non lo era forse anche prima di questa disgrazia. È a fine contratto e penso che ci sia certamente uno sforzo da parte della proprietà per cercare di portarlo all’Inter. er gli vogliano bene. Bisogna vedere se non rientra fra quelli che possono essere scambiati per un’operazione più importante come quella per Messi”. Facendo i conti, l’Inter potrebbe regalarsi Leo Messi, poi bisognerebbe ovviamente considerare sia le reali intenzioni del calciatore di lasciare davvero Barcellona sia la volontà del gruppo Suning di mettere sul piatto una somma piuttosto cospicua.
La Juventus, invece, sogna sempre Paul Pogba. Il Manchester United, nonostante la volontà del francese di cambiare aria, chiede sempre quel che chiedeva la scorsa estate: 150 milioni, con un “ma”. Lo United è pronto, adesso, a far valere la propria opzione per il prolungamento del contratto dal 30 giugno 2021 al 30 giugno 2022, “ma” il prezzo di Pogba è destinato a calare sensibilmente anche se poi la scadenza del contratto del giocatore potrà essere posticipata. Il motivo è stato svelato da L’Equipe, che ha rivelato come Pogba sia pronto a entrare nel regime di chi può liberarsi appellandosi all’articolo 17. Che non equivale a un parametro zero, ma che lo renderebbe decisamente accessibile. Per la Juve e per tutti gli altri. In base a quell’articolo, se un giocatore rompe il contratto dopo la fine del “periodo protetto” (i primi tre anni per chi, come Pogba, quando ha firmato ne aveva meno di 26) non subisce squalifiche, ma deve pagare un indennizzo, calcolato su una serie di parametri quali per esempio ingaggio, valore residuo a bilancio: nel caso del francese la cifra oscillerebbe sui 60 milioni. Ma a questa cifra, la Juve avrebbe un avversario molto pericoloso: il Real Madrid.