Vittorie senza problemi per Atalanta e Lazio, rispettivamente a Torino e Cagliari. Successo difficile per l’Inter che a San Siro ha battuto la Fiorentina dopo essere stata in svantaggio fino all’86.mo della ripresa mettendo poi a segno il risultato pieno con Lukaku e D’Ambrosio. Prestazione scialba invece per la Juventus a Roma contro una squadra, quella giallorossa, bene impostata è molto attiva da centrocampo in su. Ma la Juventus può far conto su Cristiano Ronaldo che all’occorrenza è in grado di risolvere ogni situazione scabrosa: gli basta, per pareggiare, un colpo di testa su calcio d’angolo. Rimasti 10 per la espulsione di Rabiot, la Juventus ha badato a giocare con forza a centrocampo, dove Betancourt è stato mattatore assoluto dando precise indicazioni a Pirlo: lui in mezzo nella zona nevralgica dove si imposta e si difende, è insostituibile. In difesa, qualche scricchiolio dovuto anche alla superiore statura tecnica di Dzeko, peraltro sciupone nelle occasioni avute. Segno che Pirlo aveva visto giusto nel chiederlo insistentemente a Paratici. Comunque, il rientro di De Ligt porterà maggiore sicurezza in un reparto che sta invecchiando e che, pertanto, offrirà maggiori garanzie quando comprenderà anche il giovane olandese, per ora fuori causa infortunio.
La Roma ha avuto Veretout il mattatore assoluto, come CR7 ha segnato su rigore e su azione. Ma la Roma con un uomo in più non ha saputo difendere il vantaggio accumulato con un contropiede micidiale concluso da Varetout, cedendo al colpo di testa di Cristiano Ronaldo mattatore nella Juventus. Il neo giallorosso Kumbulla non ha perso un pallone, al contrario Mancini è incappato in una delle sue peggiori giornate. Comunque sia, la Roma si è posta in lizza per uno dei posti di champions, con Lazio e Atalanta, un gradino più in basso per rosa giocatori il Milan le cui possibilità saranno più chiare quando avrà incontrato avversari più ostici di Bologna e Crotone.
Arrivo all’Inter, che ha vinto di forza contro un a bellissima Fiorentina che non avrebbe meritato la sconfitta. La Viola, per 70 minuti ha prevalso in centrocampo e in difesa rilanciando le sue velocissime frecce d’attacco, Ribery e Kuamé coadiuvate, nella ripresa, da Federico Chiesa. Ribery ha impegnato duramente D’Ambrosio e il suo magico traversone per Chiesa, al 63.mo della ripresa ha portato in vantaggio la Fiorentina contro una difesa nerazzurra tutta sbilanciata. Antonio Conte, che spesso pecca di presunzione, a quel punto ha capito di aver sbagliato formazione: Perisic così così, Brozovic nullo, Eriksen quasi, Kolarov spettatore non pagante nella difesa a tre in cui evidentemente l’ex giallorosso si trova a disagio. Il solito Conte, che ritiene di essere il deus ex machina della conduzione di una partita: ma Hakimi per che cosa è stato preso, per stare in panchina? E Sensi, il miglior cetrocampista del pre-campionato, anche lui in panchina ma che, quando è entrato, ha mostrato le sue grandi capacità? E perché insistere col 4-2-1-2 e non passare subito al 4-3-3 quando hai, sempre in panchina, un Sanchez semplicemente mostruoso nelle inziative e negli assist? Fortuna che l’Inter ha resistito alle sirene che sono girate intorno a Lautaro Martinez per mesi: l’attaccante è insostituibile, l’Inter ne compensi la fedeltà con un ingaggio da top player. Lukaku ha svolto con diligenza il suo solito lavoro di centro-boa e di attaccante: ha sbagliato due gol facili, ne ha fatto uno su assist di Hakimi. È un’Inter dalla grande forza, che le consente di ribaltare i risultati anche quando è sotto all’86.mo della ripresa. Ma è un’Inter in cui Conte deve sfruttare questa forza dall’inizio delle partite e non solo quando sono compromesse. Peché contro avversari diversi dalla Viola i cambi eccessivamente tardivi potrebbero risultare vani.