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Mar 02 #CALCIOLAND – LE IPOCRISIE DEL CALCIO ITALIANO

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Il disastro, che altro non è, combinato dalla Lega calcio italiana mi porta a considerazioni drastiche, ma inequivocabili. L’aver frastagliato la ventiseiesima giornata di campionato è stato uno dei peggiori giochi di società mai visti nel calcio. Decisioni prese e poi cambiate anche due ore prima del calcio d’inizio, dichiarazioni dei maggiorenti della Lega e delle società lasciando ovviamente fuori argomenti non di comodo, partite a porte chiuse poi a porte aperte ma con i tifosi della sola squadra ospitante, partite rinviate di due mesi e mezzo, polemiche fra supporters. Tutto questo bailamme giustificato, in fin di settimana, col non voler dare al mondo un’immagine negativa dell’Italia attraverso le immagini di stadi vuoti.

 

Più ipocrisia di così sarebbe stato difficile mettere come condimento di un piatto già di per sé poverissimo. Si parla di immagine negativa attraverso stadi vuoti di pubblico quando le compagnie aerei di numerosi Paesi, ultime American Airlines e Delta, hanno cancellato tutti i voli per molti aeroporti italiani? Si parla di immagine negativa da stadi vuoti quando già alcuni Paesi chiudono le frontiere a persone che arrivano dall’Italia? Si parla di immagine negativa da stadi vuoti, quando il nostro Istituto superiore di sanità sta facendo miracoli per cercare di arginare un flusso infettivo in grado di nuocere l’immagine di un Paese ben oltre una partita di calcio? Ma la salute dei cittadini vale meno di una partita di calcio? La salute di un operaio, di un professionista, di un impiegato, dei giovani che vanno all’università, al liceo, alle medie, alle elementari, all’asilo vale meno di una partita di calcio? E la salute dei medici e degli infermieri che si prodigano senza soste negli ospedali vale meno di una partita di calcio? E la salute dei cattolici, che domenica mattina hanno dovuto seguire da casa la Messa celebrata dall’Arcivescovo perché la Curia ha seguito le indicazioni della Regione e ha chiuso le Chiese, vale meno di una partita di calcio? E si parla di immagine negativa da stadio quando le popolazioni di alcune regioni, seguendo le giuste indicazioni, non possono neppure partecipare ai funerali dei loro morti?

 

Ieri, domenica, mi è arrivata attraverso il video della Tv un’immagine di Enzo Jannacci. E mi è venuta in mente quella canzoncina che faceva “Si potrebbe andare tutti allo zoo comunale. Vengo anch’io? No tu no. Per vedere come stanno le bestie feroci. E gridare aiuto aiuto è scappato il leone. E vedere di nascosto l’effetto che fa”. Le decisioni contorte del calcio italiano, i suoi rinvii, i suoi spostamenti di comodo e le sue polemiche hanno già mostrato “l’effetto che fa”: ha dato, nel mondo, una pessima immagine, pericolosa come può esserlo quella di un leone scappato da uno zoo.

 

Per fortuna, sta dando un’immagine positiva e bellissima il lavoro del nostro personale medico e dei nostri ricercatori che si prodigano senza soste per arginare e debellare una malattia ancora sconosciuta. Senza ipocrisia alcuna nel darci informazioni esatte e nel raccomandarci quel che dobbiamo fare.

 

 

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