Se Fonseca sperava che la sua Roma battesse il Siviglia col modulo 3-4-2-1 vuol dire che non aveva preparato bene la partita, che non aveva capito bene il modo con cui gli andalusi lo avrebbero fatto fuori. I giallorossi hanno sbagliato in pieno la prima mezz’ora di gioco, offrendosi, quasi inermi, agli attacchi del Siviglia portati su entrambe le fasce con tre uomini con i difensori della Roma erano infilati perché sempre in inferiorità numerica. E poi cambi di campo improvvisi con traversoni lunghi e precisi, un centrocampo che ha tenuto l’iniziativa lasciandola alla Roma solo negli ultimi dieci minuti. Una iniziativa, quella giallorossa, sterile, senza frutto. Inevitabile il gol di Reguilon – con paperissima di Pau Lopez – poco dopo venti minuti di gioco e, proprio nel momento in cui la Roma stava producendo il suo sforzo per cercare il pareggio, il raddoppio di En-Nesyri con uscita a vanvera del portiere giallorosso. A facilitare gli attacchi del Siviglia ci ha pensato Bruno Peres, un vero disastro: scherzato più volte da Regulion, impacciati, a mal partito in ogni occasione, a dimostrazione di una qualità tecnica che quando si alza l’asticella del gioco emerge per mediocrità. Negativo, vicino a lui, Ibanez anche lui scherzato, da Ocampos, in occasione del raddoppio del Siviglia.
Davanti, il gioiellino di casa Roma, Zaniolo, ha cercato di darsi da fare, col palleggio e con qualche iniziativa ma senza mai aiutare la difesa, sugli attacchi a destra perché a retrocedere lui non c’era mai. Zaniolo è arrivato a contatto della porta del Siviglia una sola volta, il piede di Carlos gli ha fermato il tiro. A Dzeko pochissimi palloni giocabili e quando gli è capitato di averne qualcuno, la arcigna difesa della coppia Kondé-Carlos gli ha sempre neutralizzato ogni possibile iniziativa: un solo tiro a giro al25.mo della ripresa davvero pericoloso, un quasi-gol. Senza palloni giocabili Dzeko è inutile, ad un certo punto l’attaccante è andato da Fonseca e gli ha detto chiaro e tondo che così non poteva andare, che cambiasse qualcosa.
Ma Fonseca era più nel pallone dei suoi giocatori. Contro il Siviglia stava sostenendo l’esame importante di fronte a Dan e Ryan Friedkin. Ha fallito in modo totale, non solo perché la Roma non è qualitativamente all’altezza del Siviglia ma non ha pure la medesima mentalità da squadra internazionale come quella andalusa, vincitrice di tre edizioni consecutive dalla trasformazione della Coppa Uefa in Europa League. I dati della partita indicano le differenze: 16 tiri totale contro 7 per il Siviglia che ha centrato lo specchio della porta sette volte contro una della Roma, con un possesso palla del 57 per cento a favore degli andalusi. L’unica maniera per battere il Siviglia, Fonseca forse l’avrebbe avuta giocando in ripartenza. Ha voluto affrontare una squadra più forte della sua con una tattica suicida e la Roma, adesso, è fuori dalla seconda coppa europea. E non può neppure piangere sul latte versato: perché non ne ha visto neppure un litro.
Oggi ricomincià la Champions con due ritorni di ottavi che coinvolgono la Juventus che deve recuperare l’1-0 beccato a Lione, e la super partita fra Manchester City e Real Madrid, dove le merengues debbono cercare di recuperare la sconfitta interna 2-1. L’incontro di Torino è super delicato, perché in caso di eliminazione delal Juventus Maurizio Sarri ci rimetterà la panchina con “sussurri” che indicano in Zinedine Zidane, allenatore del Real, come suo possibile sostituto. Uno Zidane che guida il Real, privo di capitan Ramos, a forte rischio di eliminazione: nel suo caso i “sussurri” parlano di Max Allegri. Magari i sussurri resteranno tali, ma le due partite di stasera di componenti emozionanti ne hanno davvero tante.
Domani gli ottavi si concluderanno con i ritorni Barcellona-Napoli, terminato all’andata 1-1 e quindi tutto apertissimo a qualsiasi riusltato; e lo scontato Bayern Monaco-Chelsea con i tedeschi già vittoriosi in trasferta 3-0. Mercoledì i quarti, con Atalanta-PSG: e qui toccheremo con mano, finalmente, la caratura internazionale degli uomini di Gasperini che sui taccuini dei bookmaker sono passati, per la vittoria in champions, dalla quota di 1:25 prima dell’ottavo contro il Valencia contro una media di 1:9 di oggi: più favorevole rispetto all’ 1:15 di media della quota Juventus e all’1:60 della quota media del Napoli.