Auto

Dic 01 …C’È CHI CREDE ANCORA NELL’ITALIA…

di Bianca Carretto

La storia del marchio Dr è  tutta italiana, nata, nel 2006, nella piccola  regione molisana, con il nome Dr Motor Company, con a capo l’imprenditore  Massimo Di Risio che prima era un importante concessionario multibrand, con un passato di pilota automobilistico. Iniziò assemblando componenti della cinese Chery (nel 2020, si è piazzata in testa alle classifiche di vendita del continente asiatico), su questa base costruì il suv Dr5  che ottenne un buon successo grazie ad una politica di prezzi decisamente economica. Se il telaio era Chery, il motore  era l’eccellenza di quel tempo, un diesel commonrail Fiat  di ultima generazione  e l’elettronica era affidata a Bosch, veniva venduta nei supermercati e negli iper. Li chiamavano “i cinesi d’Italia” ma quella vettura rappresentò, per prima, l’intuizione geniale di un processo di integrazione industriale di cui solo ora se ne vede la forza.  Le realtà più importanti  sono rappresentate da Geely, oggi  proprietaria di Volvo e Polestar  (ha siglato anche una partner chip al 50% con Mercedes –Benz per le smart) e da Saic che ha acquistato l’inglese Mg. Di Risio  non trovò sempre la strada spianata, cercò di comperare  la Bertone di Grugliasco, in grave difficoltà, che preferì la Fiat, successivamente entrò in trattativa, insieme ad altre aziende, per rilevare, investendo circa 340milioni di euro,  lo stabilimento  siciliano di Termini Imerese, della Fiat, in stato di abbandono ( Marchionne lo aveva messo in vendita simbolica ad 1 euro) . Siamo nel 2013 quando, dopo due anni di snervanti colloqui con gli enti locali, il governo e i sindacati, pur avendo assicurato la riqualificazione della fabbrica e l’assunzione di oltre 1300 dipendenti, la situazione era bloccata, in un drammatico stallo. Il contratto è ancora firmato, non è caduto in prescrizione, rimane solo una pagina buia di scelte governative sbagliate.  Di Risio subì danni economici più che rilevanti ma dimostrò il carattere tipico dei molisani che sopportano le avversità con una saggezza che si colloca al di sopra delle avversità. Iniziò il rilancio, la società prese il nome di Dr Automobiles,  strinse un ulteriore accordo  sempre con un altro colosso cinese, la Jac Motors e creò un nuovo marchio battezzato Evo, con  cui è stata realizzata la vettura elettrica più economica del mercato. Nasce dunque una gamma  completa, composta da quattro modelli per ogni brand ( all’inizio del 2022  verranno lanciati altre due veicoli, sia per Dr che per Evo), dal design europeo, con allestimenti di ottima fattura, puntando  su alimentazioni bi-fuel, sia Gpl che metano, rafforzando ancora di più il rapporto qualità/prezzo. Viene consolidata la rete commerciale che  conta, attualmente,  180 concessionarie  e più di 220 officine autorizzate, offrono  completa assistenza e 5 anni di garanzia. Nel solo mese di ottobre sono state immatricolate ben 907 vetture  (  540 Dr, 367 Evo), un più 72,1% rispetto allo stesso periodo del 2020 ( a novembre  dovrebbero essere state superate le 1.100 unità). Se si considerano i dieci mesi, sono state registrate oltre 6.410 consegne , una crescita del 136,7% sempre nei confronti del 2020. Di Risio ha commentato così questi risultati: “ aspiriamo ad essere un costruttore di volume e non di nicchia, speriamo  di continuare nella nostra crescita, nel 2021 supereremo le 8mila immatricolazioni e nel 2022 contiamo di arrivare a 12mila”.

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