Moda

Ott 08 C’E CHI E’ IN MOSTRA E CHI IN BORSA

di Cristiana Schieppati

Nel mondo iperconnesso di oggi, i social media sono diventati il palcoscenico principale per molti. Qui, tra selfie studiati, post perfetti e aggiornamenti continui, alcune persone sembrano vivere per essere costantemente sotto i riflettori, cercando attenzione e approvazione. Ma cosa si nasconde davvero dietro questo bisogno incessante di mettersi in mostra? E quali sono le implicazioni di questa esposizione continua?

Uno dei principali motivi per cui le persone cercano di essere sempre in vista sui social è la ricerca di “validazione” Ogni “mi piace”, commento o condivisione agisce come un micro-rinforzo che alimenta il bisogno di essere notati e apprezzati. Tuttavia, questa dipendenza da conferme esterne può rapidamente trasformarsi in una spirale negativa, in cui l’autostima viene costruita esclusivamente sulla base delle reazioni degli altri. La necessità di approvazione diventa il motore principale dietro ogni post, ogni storia e ogni aggiornamento.

Esporsi costantemente sui social dà l’illusione di avere il controllo su come gli altri ci vedono. Foto ritoccate, momenti selezionati e narrazioni curate offrono una versione idealizzata di sé. Tuttavia, questa costruzione artificiale può creare una distanza tra la propria vita reale e quella “social”, portando a un’insicurezza ancora maggiore. Alla fine, chi cerca sempre di apparire perfetto si trova schiavo della sua stessa immagine.


Alcune persone sono disposte a tutto pur di ottenere attenzione: dai post provocatori, alle controversie, fino a una sovraesposizione costante della propria vita personale. Questo desiderio di notorietà spesso viene alimentato dalla convinzione che più visibilità si ha, più si è rilevanti. In un’epoca in cui l’apparenza sembra regnare sovrana, l’autenticità è diventata una qualità rara. Le persone che vivono per i social spesso perdono di vista chi sono veramente, cercando di conformarsi a uno standard di perfezione irrealistico e artificiale. Ma alla fine, l’autenticità è ciò che crea connessioni reali. Chi è autentico non ha bisogno di mostrarsi costantemente, perché sa che il valore di una persona non dipende dalla sua visibilità online.


Questo vale per le persone ma anche per alcune aziende che, seppur debbano vivere di comunicazione, scelgono di essere poco attive sui social, se non con immagini istituzionali o facendo parlare i loro ambassador. Il brand quindi non si promuove direttamente e questo vale per Bottega Veneta, Giorgio Armani, Loewe che sono tre marchi facilmente riconoscibili non solo per il logo ma anche per il loro stile e dimostrano che è possibile rimanere rilevanti e di successo senza un forte coinvolgimento sui social media, puntando sull’esclusività, sul passaparola e sull’immagine di nicchia.

Ne parlavo con Alessia Cappello, l’Assessora alla Moda del comune di Milano ( ma ha anche moltissime altre deleghe eh!) che mi ha detto “Devi conoscere Tina” e quando mi dicono così io sono subito curiosa. Tina Bhojwani mi riceve nel suo appartamento milanese, dove gattona il piccolo Leo, 6 mesi, che viaggia con la mamma tra Milano, New York e Parigi. Tina nel corso dei suoi 20 anni di carriera ( ha lavorato per Donna Karan, Theory e Dolce & Gabbana in Usa) ha capito che l’industria della moda ha bisogno di un cambiamento, non solo commerciale ma soprattutto etico. Ha creato nel 2020 AERA, una linea di calzature di lusso senza tempo che dimostrano come lo stile, il design e la qualità del lusso possono andare di pari passo con la sostenibilità. Le sue scarpe sono indossate da celebrità come Emma Roberts, Meryl Streep, Katie Homes ed hanno una caratteristica, una soletta trapuntata realizzata con materiali vegani certificati da artigiani in Italia. Tina ha adottato un approccio unico e ha creato un collettivo di 15 donne che sono sia investitori che ambasciatori del marchio, tra loro Claudia Parzani, la presidente di Borsa Italiana e Cristina Zucchetti.

In un momento dove regna una grande confusione e i direttori creativi cambiano con una velocità che spiazza, siamo alla ricerca di qualcosa di concreto e duraturo. Viviamo certe separazioni come divorzi, i 7 anni di Hedi Slimane da Celine sono la fine di un sodalizio, Missoni che cambia designer invece non ci stupisce, quanto ci manca Angela! Probabilmente appena scriverò questo articolo e invierò la newsletter ecco che arriverà qualche altra breaking news, qualcuno aprirà il portafoglio e comprerà di qui e di la. Penso a questi budget incredibili ad esempio LVMH. Immagino il signor Arnault che si trova in aeroporto in attesa di un volo privato, vede Paris Match, chiama il suo ufficio legale e dice ” compratelo”. Oppure gli americani di Mytheresa, retailer online specializzato nella moda femminile di lusso  che si comprano Yoox che non navigava in ottime acque. Con questo accordo si creerà un e-commerce di lusso dal valore di 3 miliardi di euro, sostanzialmente tre volte i volumi attuali di Mytheresa che da sola ha registrato 914 milioni di euro di valore di beni venduti nel 2024.

Capite bene che il lusso genera dei fatturati incredibili e una minima flessione innesca delle reazioni istantanee, per questo spesso viene mandato via il direttore creativo o il Ceo, oppure vengono ceduti dei brand. Negli ultimi anni, il settore della moda di lusso ha visto un crescente interesse nel mondo finanziario, con molte aziende che hanno scelto di quotarsi in Borsa per consolidare la loro crescita e attrarre nuovi capitali. In Italia diversi marchi di alto profilo stanno esplorando o hanno già intrapreso questa strada.


Uno dei casi di maggior successo nel settore della moda italiana è quello di Brunello Cucinelli che ha scelto di quotare la sua azienda alla Borsa Italiana nel 2012, con grande successo. Questa decisione ha permesso all’azienda di accedere a nuovi capitali, rafforzare la sua posizione sul mercato internazionale e accelerare la sua espansione. Ma, come ha detto l’imprenditore durante la cena del ringraziamento organizzata in piazza Affari a Milano, occorre fare una “quotazione garbata” ed ha sottolineato che i progetti di crescita di un’azienda mettono in difficoltà l’atmosfera, da una parte l’entusiasmo di suonare la campanella, dall’altro una serie di attività che devono essere realizzate per portare l’azienda alla quotazione. Cucinelli ha evidenziato come a volte il ruolo dei manager sia in conflitto d’interesse con il futuro dell’impresa, un’azienda moderna non fa solo utili, ma deve essere utile alla società, creare stato sociale, nuovi giovani e dignità per i lavoratori. Ad un certo punto sono saliti sul palco manager e proprietari di aziende che ambiscono alla quotazione, come Elisabetta Franchi, Golden Goose, Euroitalia, Italpizza … miliardi di fatturati! Ammirazione per Elisabetta Franchi che comunque era l’unica donna sul palco, per lei la quotazione potrebbe rappresentare l’opportunità per rafforzare la presenza internazionale del marchio, attrarre nuovi investitori e consolidare la sua struttura finanziaria.

Una che non gliene frega niente dell’espansione è Giulia De Lellis, che con la sua Audrer fa piccoli passi nel mondo del beauty. Piccoli ma ben studiati, perchè la ragazza ha una bella testa. Prima di tutto si è presa una sede che è affacciata su Santa Maria Delle Grazie in zona Magenta . ” Sto qui perchè ho tutto comodo e vicino: casa mia, la casa del mio ragazzo (Tony F?), i miei negozi di riferimento”. Ha scelto forse il quartiere più romano di Milano, per non farsi prendere da attacchi di panico quando si sveglia alla mattina e invece di un bel sole si ritrova quel grigio a cui noi siamo purtroppo abituati. La cosa che mi ha fatto ridere è stato Tommaso Zorzi che le ha mandato la foto del suo bidet letteralmente distrutto da un vaso in marmo contenente i prodotti Audrer che Giulia gli aveva fatto recapitare. Dimenticavo… Giulia presentava un nuovo lip gloss all’acido ialuronico super intenso. Io sono in fissa oramai per questi lip gloss, gli ultimi che mi sono ordinata credo alle 6 di mattina su Instagram sono quelli di Glossier, ne ho preso uno al cioccolato che mi fa impazzire.

Sono in fissa anche con il color cioccolato, infatti sto programmando il CHI E’ CHI AWARDS FASHION & TASTE che si terrà il 4 novembre e lo sto organizzando con Maddalena Fossati ed abbiamo deciso che la targa sarà proprio con il pantone 732 C. L’evento sarà in una location bellissima la Galleria Glauco Cavaciuti… insomma ci sto lavorando!

L’altro giorno sono incappata nella diretta ig tra Andrea Batilla e Giuliana Matarrese che mi tirano fuori sempre delle perle, l’ultima è “Frida Giannini è un po’ la Mara Maionchi della moda”, a commento di alcuni post che l’ex direttore creativo di Gucci ha messo sul suo Ig. Attenti a quei due che non la mandano a dire anche se poi se gli piace qualcuno meglio non toccarglielo!

Chiudo con un ricordo, quello di Lea Pericoli che oltre ad essere stata una leggenda del tennis italiano, è stata un’icona di stile, famosa per i suoi abiti sartoriali. Una delle sue collaborazioni più iconiche è stata con il designer Teddy Tinling, il sarto più famoso del tennis, che creò abiti con pizzo, piume indossati da Lea durante tornei prestigiosi come Wimbledon. La tennista ha collaborato anche con Il Giornale dove ha raccontato il tennis e il mondo dello sport con la stessa eleganza che la contraddistinguevano sui campi da gioco. Così sono andata a prendere il primo numero del CHI E’ CHI, datato 1998 e mi sono ricordata che avevamo anche la sua scheda perchè allora scriveva anche di costume. La memoria della carta stampata…un luogo dove le storie e le persone possono essere fissate nel tempo e che definiscono la nostra storia.

P.S: Ho appena finito di scrivere e ricevo la notifica che Stefano Cantino è il nuovo CEO di Gucci… come vi dicevo non c’è tregua alle breaking news.

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