I napoletani quando stanno passando un periodo di difficoltà dicono “Ha da passà ‘a nuttata”, filosofia di un popolo oltremodo fiducioso che consiglia di avere pazienza perché il mattino dopo tornerà la luce.
A dirla tutta, in quest’anno malefico, di nottate (in bianco) ne abbiamo trascorse tutti parecchie, speranzosi al risveglio di trovare un futuro con più certezze e serenità.
Gli “alti e bassi” generali del 2020 hanno segnato le nostre vite personali e professionali, hanno consolidato affetti e indebolito relazioni. Ma soprattutto hanno acuito i sensi sulle nostre necessità, su quello che davvero conta nella nostra vita. Perché questo Covid non ci ha cambiato in meglio come speravamo, non siamo diventati più buoni, non siamo più altruisti. Siamo semplicemente diventati più avidi di vita, di amore, di felicità, di libertà e, perché no, anche di lavoro.
Basta passare per le vie della mia Milano e vederla segnata, come un castello con una bandiera a mezz’asta: negozi che non riapriranno mai più, ristoranti e bar vuoti senza persone, confinati da quei tavolini che vietano l’accesso, cestini stracolmi di plastica, uomini e donne che camminano nascosti dietro le loro mascherine che ci hanno tolto il fascino del sorriso. Ma quando possiamo tornare a muoverci con libertà ecco che ci fiondiamo tutti in piazza Duomo a vedere l’Albero di Natale …. che quando mai ci aveva così interessato prima!
Il vuoto è anche negli uffici, dove il telefono suona senza che nessuno risponda, dove la pausa caffè non si consuma più, dove gli sguardi tra impiegati e le storie d’amore non si incrociano. Le redazioni si animano poche volte a settimana, a turno.
E poi c’è il silenzio di chi non c’è, che rende questo Natale ancora più triste.
La moda è in affanno, gli eventi, le pubbliche relazioni e anche gli editori. Per non parlare dei giovani che ambivano a una professione in questo settore ma che restano a casa mantenuti, finchè possibile, dalle famiglie. Non voglio farne un dramma eppure dobbiamo essere realisti… anche se riprenderemo a fare eventi con il cocktail in mano qualcosa è cambiato nel nostro sistema, molte cose andranno riviste, anche i messaggi pubblicitari che non potranno essere veicolati solo attraverso gli influencer. Abbiamo bisogno di contenuti, di formazione, di storie, di esperienze, di vita vera. Ma lo sapete quanti danni sta facendo tutto questo ai nostri adolescenti? Si sono persi tutto il bello della scuola come le gite e i viaggi studio, ma ancor peggio hanno avuto come modello quello che veniva proposto su Tik Tok o Instagram. Chi sono i loro eroi? Chi sono i loro esempi ? Che persone diventeranno ?
Oggi ho saputo che una laureanda dell’Università IULM sta scrivendo una tesi su “La comunicazione della moda in Italia durante il lockdown e il caso Crisalide Press” per le interviste che abbiamo fatto durante la quarantena. Un regalo inaspettato perché mi ha dato la conferma che il nostro lavoro, le storie che raccontiamo, la visione di quello che decidiamo di proporre ai nostri lettori sono un confronto reale con la vita.
Cosa ci sarà in questo 2021? Non so quando supereremo la pandemia, ma sono certa che dobbiamo creare valore per tutti quelli che meritano, per quelli che si fanno “il mazzo”, per quelli che hanno studiato e usano la testa. Diamo al mondo degli eroi che restino sui libri di storia e che vengano studiati dalle nuove generazioni. Creiamo un nuovo Rinascimento per il nostro Paese. Portiamo avanti contenuti che raccontino la bellezza del nostro mondo e le storie di chi c’è, di chi c’era e di chi ci sarà.
Buon Natale
Cristiana
Si sì mettiamoci al lavoro! Io ci sono. Un abbraccio
Cara Cristiana,
sarà perché me ne interesso come “aio”, vedo una grande deficienza nell’istruzione scolastica che non dà molta speranza. Né saprei come rimediare senza venir tacciato di autoritarismo (come se desiderare che i pargoli migliorino le loro conoscenze fosse altro che un atto di amore). Una generazione “appiattita” chiamata a confrontarsi col le nuove sfide (malattie e inquinamento) è destinata a subire le regole imposte dalla sopravvivenza, senza capirle e tantomeno condividerle.