Con il ritorno sui banchi di scuola, la Generazione Z non si limita a preparare zaini e quaderni, ma torna anche alle sue routine sportive. Secondo la recente indagine “I Giovani, lo Sport e lo Studio”, condotta da Skuola.net in collaborazione con Cisalfa Sport, 7 giovani su 10 coniugheranno il back to school con il back to sport fin dalle prime settimane di settembre. Il movimento, inoltre, si dimostra non solo una questione di benessere fisico ma anche un prezioso alleato per la mente, per vivere meglio con sé stessi e con gli altri. E per ottenere anche risultati migliori negli studi.
Mens sana in corpore sano. La Generazione Z sembra aver fatto propria la lezione sull’importanza di coniugare la formazione con la pratica sportiva, che si conferma una risorsa fondamentale di aiuto per gestire sfide e pressioni quotidiane, derivate dagli impegni scolastici così come dal confronto con modelli estetici e di successo proposti ogni giorno dai social media.
La ricerca “I Giovani, lo Sport e lo Studio” – realizzata da Skuola.net in collaborazione con Cisalfa Sport, coinvolgendo un campione di 2.800 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 24 anni nelle settimane precedenti all’inizio dell’anno scolastico e accademico – evidenzia, infatti, come il movimento aiuti sia ridurre lo stress sia a rafforzare il benessere psicologico, con ben 4 giovani su 10 che dichiarano di praticare sport proprio per sentirsi meno stressati, mentre 1 su 2 lo fa per mantenere un aspetto armonioso e salutare.
I benefici dello sport non si fermano quindi al corpo, ma si estendono anche alla mente. Così, chi pratica regolarmente attività fisica – dall’agonistica (21%) alla saltuaria (21%) passando per quella costante ma amatoriale (29%) – dimostra di affrontare pure la scuola e la vita quotidiana con maggiore serenità e determinazione.
In tutti gli indicatori della ricerca, il campione degli “sportivi” registra mediamente un 10% in più di persone che hanno un approccio positivo alla vita, che sono maggiormente sicure di sé, che hanno un rapporto migliore con altri, che si confidano di più con il prossimo e, elemento non secondario, che hanno un rendimento scolastico più performante.
Tra chi pratica sport si riscontra dunque un atteggiamento più positivo verso gli studi e una maggiore capacità di porsi obiettivi a lungo termine. Non a caso, l’83% di chi fa sport si è già dato degli obiettivi di miglioramento personale da raggiungere nel corso dei prossimi mesi.
Che, di nuovo, spesso e volentieri vanno ben oltre l’estetica: al vertice delle priorità c’è la voglia di far salire il proprio rendimento negli studi (lo indica il 57% degli intervistati), al secondo posto quella di migliorare in altre attività, come ad esempio negli hobby (49%) e solo in terza posizione c’è l’esigenza di concentrarsi sull’aspetto fisico (43%).
Per molti della Generazione Z, dunque, lo sport è molto più di un semplice passatempo: è un percorso di crescita personale. Non a caso, il 17% dei giovani vede nell’attività fisica un mezzo per imparare la disciplina, il sacrificio e la costanza: valori che trovano poi applicazione anche nello studio e nella vita quotidiana.
E se guardiamo alle attività che vanno per la maggiore, la palestra sembra essere il rifugio preferito da adolescenti e giovani adulti, sia maschi che femmine: oltre 1 su 4 si confronterà con pesi, macchinari ed esercizi a corpo libero. Anche l’accoppiata tennis/padel mette d’accordo entrambi i generi: a praticare uno dei due o entrambi è in media il 6% degli sportivi presenti nel campione. Come anche l’atletica, che interessa trasversalmente circa il 4% dei giovani sportivi.
Tra i maschi vanno molto forte il calcio (16%) e il basket (10%) mentre tra le femmine spiccano la danza (11%) e la pallavolo (10%). Ottimo riscontro pure per discipline spesso considerate minori, come le arti marziali, la ginnastica artistica, la pallanuoto, l’equitazione.
Non bisogna perciò sorprendersi se nel guardaroba della GenZ i capi più amati in assoluto siano due oggetti di matrice sportiva come felpe (22%) e t-shirt (16%), assieme agli immancabili e comodissimi jeans (20%). Forse uno dei pochi tratti comuni tra la generazione analogica dei genitori e quella nativa digitale dei figli.