Moda

Giu 05 CIVIDINI: DIETRO LE QUINTE DEL SAPER FARE

Molto prima che lo slow fashion diventasse di moda e che la sostenibilità diventasse un valore condiviso, Piero e Miriam Cividini avevano già intuito che sarebbe stata la valorizzazione del passato a salvaguardare il futuro. “Quarant’anni fa, quando è nato il brand, mentre il mercato della moda era dominato dalle macchine, noi facevamo già tutto a mano” racconta oggi Piero Cividini, aprendo le porte dell’atelier della Maison, a Bergamo, per mostrare il dietro le quinte di un saper fare che ha radici lontane.

Già all’inizio della storia del brand, alla fine degli anni ‘80, trascurando tutta la tecnologia che aveva caratterizzato i prodotti di quegli anni, Cividini iniziò infatti a proporre maglie di cashmere e di altri filati pregiati fatte su macchine di maglieria a mano, scegliendo la qualità e l’artigianalità come suo Dna. Lo continua a fare anche oggi, con l’utilizzo di materie prime naturali e l’adozione di maestranze artigiane che lavorano individualmente o all’interno di strutture molto piccole, dove la diffusione e la trasmissione delle competenze – di generazione in generazione – risponde alla volontà di portare nel domani il valore di un saper fare antico. Non solo moda, ma una cultura della moda, che si discosta volutamente dall’effimero e ha l’ambizione di trasmettere alle nuove generazioni il valore e il piacere di un prodotto realizzato con cura e con amore, utilizzando materie prime di qualità e tecniche di produzione lente e rispettose dell’ambiente e del lavoro creativo dell’uomo.

A cultura e tradizione che trovano il loro migliore incontro nelle maglie fatte a mano, si uniscono arte e innovazione, espressi in pezzi unici realizzati con la rubbered airbrush, una tecnica innovativa di pittura con l’aerografo utilizzata direttamente sui capi di abbigliamento.

Un procedimento che Cividini ha preso direttamente dalle arti non convenzionali – come il disegno grafico e l’illustrazione – e che si basa sull’uso dell’aerografo per nebulizzare i colori, misti a particelle di gomma che, cadendo sulla superficie dei tessuti, donano loro un aspetto “gommoso” e ne mantengono, al contempo, intatte le caratteristiche e le qualità intrinseche.

Una tecnica che permette di realizzare dei pezzi unici, tutti diversi gli uni dagli altri, in cui le differenti ombreggiature e i colori non uniformi diventano punto di equilibrio tra artigianalità e tecnologia. Così come le maglie fatte a mano sono realizzate da esperti artigiani, così i trattamenti pittorici sono eseguiti sempre a mano da artigiani-artisti che lavorano all’interno di botteghe storiche dove si apprende a lavorare nel rispetto delle regole dell’arte e delle regole tintoriali che impongono, tra l’altro, l’utilizzo di coloranti non azoici.

“Tutelare il patrimonio umano e artistico dell’alto artigianato – sottolinea Piero Cividini, CEO e Direttore Creativo del brand insieme alla moglie Miriam – non è solo una delle nostre principali missioni ma è anche un dovere culturale. Cividini si adopera fin dalla sua fondazione a valorizzare le straordinarie abilità degli artigiani per promuovere un capitale vitale e unico”.

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