Moda

Apr 10 CLICKBAIT: IN VOLO CON TOTTI

di Cristiana Schieppati

Il mio amico Michele in viaggio con la moglie alle Maldive ( beato lui anzi, beata lei ) ha viaggiato in aereo insieme a Totti e Noemi, con loro la figlia Chanel con il fidanzato e i figli minorenni della nuova compagna dell’ex calciatore. Mentre i genitori viaggiavano in business, i figli erano in economy ed evidentemente la cosa non è andata giù alla ragazza che ad un certo punto si è messa a dormire in un posto libero vicino al padre. Mandata via in malo modo dall’hostess è ritornata di nuovo in business mettendosi direttamente al posto del padre che, premuroso è rimasto in piedi per farla riposare. E ancora è intervenuto lo steward che ha detto di svegliarla e rimandarla al suo posto. Certo era un volo Qatar e non ITA AIRWAYS , qui sicuramente gli avrebbero fatto un upgrade a tutta la famiglia con servizio personalizzato.

Quello che ho appena scritto, seppur vero, è un “clickbait” un contenuto progettato per attirare l’attenzione degli utenti e incoraggiarli a fare click. Nel mio caso il contenuto corrisponde alle aspettative ma quante volte il titolo ci illude sulla notizia e poi ci si accorge che è farlocco?

Un’ indagine del MIT Technology Review, basata su interviste con esperti, analisi di dati e documenti inediti, una sorta di sequel dei Facebook Papers di Francis Haugen, rivela l’ ampia portata delle pratiche messe in atto da Facebook e Google per finanziare l’ecosistema clickbait e così alimentare il deterioramento degli ambienti informativi globali a discapito della qualità dell’informazione, del diritto a informarsi e ad essere informati, dell’autodeterminazione degli individui e della stabilità politica, specie dei paesi più fragili.

Oramai anche i quotidiani sono caduti da tempo in questa trappola e alternano le notizie di cronaca internazionale con dettagli morbosi su fatti di gossip, come la separazione dei FerragnEX. Ieri sera, dopo l’intervista di Fedez a Belve in tempo reale tutti i maggiori siti online hanno postato i contenuti di quanto detto dal cantante in lacrime per convogliare l’attenzione dei lettori e fare click “Fedez ha tentato il suicidio“, “Fedez stava con la Ferragni per il sesso”, “Fedez accusa il manager di Chiara” e via così.

Ad esempio, se io vi parlassi della mostra “Dal Cuore alle Mani: Dolce & Gabbana” che dal 7 aprile al 31 luglio potrete visitare a Palazzo Reale di Milano, raccontandovi come tutti la storia artistica e creativa di Domenico e Stefano, sarebbe solo una notizia. Vi direi che la mostra, curata da  Florence Müller, promossa da Comune di Milano  e prodotta da Palazzo Reale IMG, è un progetto espositivo inedito, un tributo al valore del Fatto a Mano, essenza di Dolce&Gabbana sin dalle sue origini ( non a caso li abbiamo premiati con il CHI E’ CHI AWARDS 2023 per il Grand Tour). Una narrazione che esplora le fonti di ispirazione che hanno plasmato la mente e le mani di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, dalla passione per la cultura italiana, all’amore per la tradizione artigianale rivisitata in chiave contemporanea. Vi aggiungerei che c’è stato un red carpet incredibile: Cher, Demi Moore, Lupita Nyong’o, Helen Mirren, Theo James, Rosie Huntington-Whiteley, Lily James, Anitta, Isabella Rossellini, Naomi Campbell, Doyoung, Mun KaYoung, Eva Herzigova, Bianc Balti, Kitty Spencer, Isabeli Fontana, Mariacarla Boscono, Olivia Culpo, Alton Mason, Lucien Laviscount, Yuta Tamamori, Davide Calabria, Theo Hernandez, David Gandy, Adam Senn.

Invece voglio dirvi qualcosa che va detta sui due creativi e che la mostra non ripercorre. Quando ho iniziato lavorare erano gli “enfant prodige” che univano il saper fare del nord e del sud, ma oltre al talento avevano la capacità di fare apparire tutto il meglio dell’italianità: le loro tavole imbandite che arredavano le vetrine dei negozi, l’opulenza un po’ barocca con il lusso estremo che faceva arrivare celebrity e stampa internazionale super coccolata e viziata in viaggi stampa da mille e una notte. Per non parlare dei regali che arrivavano nelle redazioni. Però di casini ne hanno fatti, bisognerebbe raccontare anche quelli con un titolo ” Dalle mani in poi!” eh! Sono stati condannati e poi assolti in secondo grado per evasione fiscale, poi si sono tolti dal calendario della camera della moda per anni sovrapponendo le loro sfilate con altri eventi, poi c’è stato il casino con la Cina, prima una campagna video per sponsorizzare una grande sfilata a Shanghai, poi l’annullamento e gli insulti di Stefano Gabbana in messaggi privati su Instagram: “Cina ignorante, puzzolente e sporca”. Lo stilista si giustificò dicendo “È colpa di un hacker”, ma tutti sanno che a volte gli parte il commento veloce sui social. Ancora l’episodio eclatante della lite  con il Comune di Milano, per gli spazi negati ai due stilisti che avevano chiesto due location a Milano per le sfilate di settembre, negate per il processo che li vedeva coinvolti con tanto di post su Twitter di Stefano Gabbana («Comune, fate schifo») e le boutique milanesi D&G chiuse per tre giorni. Per non parlare dei rapporti con gli influencer che hanno fatto saltare il posto anche ad un responsabile comunicazione. Eppure la stampa li ama, anche quando hanno minacciato di togliere pagine pubblicitarie ad un quotidiano se non dava abbastanza spazio.

Ora: che ci sia nervosismo nel settore è risaputo. Da parte di tutti, creativi, comunicatori e quant’altro. Io, che sono una positiva, certe volte riesco ad essere incazzata per le isterie che mi tocca sopportare. Qualche sera fa ero da Cracco in Galleria Vittorio Emanuele per la presentazione del libro di Giuseppe Giofrè ” Stidda “, invitata dagli amici di Franciacorta. E’ la storia di un ballerino nato nella scuola di Amici di Maria De Filippi arrivato a ballare con popstar internazionali come Taylor Swift o Jennifer Lopez. La storia di un ragazzo che ha imparato a combattere per difendere la sua carriera. Nel corso della serata ho incontrato con piacere Rocco Iannone, il direttore creativo di Ferrari che ho seguito nel suo percorso. Dopo l’Istituto Marangoni ha diverse esperienze in Dolce & Gabbana per poi entrare nell’ufficio stile di Giorgio Armani Uomo e poi arrivare alla prima direzione creativa con Pal Zileri per poi approdare nel 2019 in Ferrari dove, mi racconta, ha la possibilità di essere libero e dare sfogo alla sua creatività. Parlavamo un po’ della situazione dei suoi colleghi e confermava la mia sensazione di molto nervosismo che però colpisce soprattutto i macro brand dove i designer sono veramente sotto pressione. Sarà interessante il 16 aprile seguire il talk tra Rocco e Angelo Flaccavento presso il Ferrari Store che parlerà appunto del progetto Ferrari e chissà che non ci sia qualche sorpresa.

Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità”, dice Sun Tzu nel libro ” L’arte della guerra” scritto più di 2000 anni fa, un testo fondamentale per ogni uomo che aspiri a fare il salto di qualità nelle proprie relazioni, lavorative o personali. Alcuni insegnamenti fondamentali di quest’opera ne fanno una pietra miliare, l’insegnamento che colpisce è: la vittoria non è una vittoria a tutti i costi. È necessario bilanciare esigenze, valutare e mediare. Siamo nell’epoca della ‘win win solution’: può capitare che per vincere entrambi tutti rinuncino a qualcosa, per ottenere −apparentemente− meno di quanto prefissato. Un’azienda sarà vincente se tutte le abilità, competenze, conoscenze saranno messe a fattor comune e a beneficio di molti, perché le battaglie non si combattono e, soprattutto, non si vincono da soli. Il segreto quindi per non incazzarsi sul lavoro e per crescere sembra essere quello di collaborare e sostenersi a vicenda, ci credete voi che state leggendo e che lavorate quasi tutti per aziende e persone che invece pensano solo in maniera unilaterale?

A volte mi rendo conto che anche io non do voce a nuove realtà ed investo il mio tempo sempre nella comfort zone dei clienti e di chi conosco bene. Incalzata da Sara Passi che mi ha letteralmente “cazziata” via whatsapp sono andata a conoscere l’ agenzia MM Studio guidata da Martina Monselli, una giovane squadra al femminile che si occupa di tanti clienti dal beauty alla moda e ai talent. Devo dire che deve essere stato un segno del destino che io andassi a trovarle perchè hanno appena preso il cliente Malin+Goetz che, da quando sono tornata da New York, continuava ad apparirmi nelle storie di Ig. Per farvela breve io volevo comprare il sapone liquido per le mani ma era sold out… ecco fatto che me lo hanno regalato loro! E poi Elena mi ha raccontato i prodotti di Davines che usano sempre da Davide Diodovich, quindi mi sono trovata un po’ a casa ecco! Sara mi raccontava anche dei giovani designer che segue, come Giovanni Gerosa che divide la sua collezione GIO per capitoli, invece che per stagioni. Io che sono avida di storie amo tutto quello che è storytelling e certe volte vorrei poter creare anche io come loro, ma non ho quel talento per questo sarebbe bello se sempre di più si aiutassero questi giovani a crescere.

Mentre scrivo sto continuando a ricevere inviti per la design week che vi assicuro mi sta tirando scema (qui il calendario degli eventi moda) . Qualche collega mi ha detto che non li guarda nemmeno e forse dovrei farlo anche io e vivere così alla giornata. Quello che so che domenica andrò da Gucci che presenta Gucci Design ANCORA per la design week, da Zegna e poi da Bottega Veneta, Ralph Lauren e passerò a vedere The Vogue Closet così toccherò il pancione a Francesca Ragazzi. Ma la design week ve la racconterò un’altra volta certa che, insieme alle cose belle che vedrò, mi verrà voglia di rifare tutto l’arredamento di casa!

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