In tutta Europa si stanno alzando molte voci per chiedere una revisione delle norme di emissioni di Co2, molti costruttori temono di non poter mantenere gli obbiettivi fissati e di conseguenza di dover pagare multe salate. I concessionari che vendono i 14 marchi di Stellantis hanno scritto una lettera alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, chiedendole di ritardare di due anni – dal 2025 al 2027 – il traguardo per ridurre del 15% le emissioni delle case produttrici, ritenuto non realizzabile nelle attuali condizioni di mercato. Sostenuti dall’Acea, l’associazione dei costruttori di auto in Europa, con a capo Luca de Meo, ceo di Renault, perfettamente allineata alla richiesta, anzi reclama un’azione urgente di fronte alla debolezza delle vendite di veicoli elettrici nel nostro Continente, dichiarando di “ aver bisogno di più flessibilità nel calendario”.
Il settore impiega 13milioni di persone circa il 6,6% della forza lavoro europea e, se le vendite di vetture Bev non decollano ( a settembre sono crollate del 43,9%) e le regole non evolvono , le industrie rischiano 15 miliardi di euro di multe. I clienti, inoltre, sono ancora molto indecisi sulla scelta e rifiutano l’acquisto di Bev a causa del prezzo, dell’autonomia e dell’accessibilità. Nella stessa direzione anche la potente lobby dell’automobile tedesca Vda, che prevede di riesaminare anche la meta del 100% a emissioni zero, programmata nel 2035. L’unico ad opporsi è Carlos Tavares, ceo di Stellantis, che al contrario sostiene il mantenimento dell’intento di ridurre le emissioni, fissato sei anni fa, quando, sino a poco tempo fa, non nascondeva il suo disamore per l’auto a batteria.