I risultati dell’indagine federale gettano un velo poco lusinghiero sulle relazioni insolitamente calde tra l’ex Ceo di Fca Sergio Marchionne e l’ex presidente della Uaw Dennis Williams. L’accordo legale della scorsa settimana tra il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e quella che in passato era Fiat Chrysler Automobiles avrebbe potuto essere molto diverso se Sergio Marchionne non fosse morto nel 2018. Il 1 marzo scorso, Fca si è dichiarata colpevole per aver cospirato, violando il National Labor Relations Act, ammettendo di aver incanalato più di 3,5 milioni di dollari in pagamenti illegali ai funzionari della Uaw, tra il 2009 e il 2016. Marchionne è stato l’amministratore delegato di Fca per l’intero periodo della cospirazione e, come qualsiasi fornitore in quegli anni poteva attestare, la società non ha speso un milione di dollari – per non parlare di 3,5 milioni di dollari – senza la sua approvazione. Per cui é difficile credere che qualcuno più in basso nell’organigramma di Fca possa avere, ad esempio, approvato il pagamento del mutuo di 262.000 dollari dell’ex vicepresidente della Uaw, General Holiefield, senza la benedizione del ceo. Se Marchionne fosse vissuto, è probabile che gli stessi ostinati investigatori federali che hanno giudicato la colpevolezza di 15 funzionari sindacali e aziendali avrebbero messo sul banco degli imputati anche lui. I risultati dell’indagine federale gettano indubbiamente un velo poco lusinghiero sulle calde relazioni i tra Marchionne e l’ex presidente della Uaw Dennis Williams. I loro abbracci nel 2015 all’inizio e alla fine dei colloqui contrattuali avevano turbato molti membri del sindacato. Il successore di Marchionne, Mike Manley, si è guadagnato il merito di aver ripulito le turbolenze legali lasciate dal suo ex capo. La casa automobilistica, accusata dalla Securities and Exchange Commission di aver gonfiato i dati mensili delle vendite, ha pagato 40 milioni di dollari nel 2019 per liquidare la causa. Questo dopo un decreto di consenso del 2015 con Nhtsa su come Fca ha elaborato i richiami che includevano la più grande sanzione civile mai inflitta dall’agenzia. La morte prematura di Marchionne consentirà solo alla storia di giudicare l’uomo la cui scaltrezza negli affari ha indiscutibilmente salvato Chrysler, ma, nel farlo, probabilmente, ha violato la legge federale.