Il corso di studio magistrale in ‘Design per la vita del pianeta – Planet Life Design’ del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con l’Università degli Studi della Campania Vanvitelli, si è spinto oltre l’orizzonte più tradizionale del design e ha immaginato la progettazione di oggetti per scenari più complessi come quelli legati al mondo della disabilità.
Nello specifico, il workshop ‘Interior_Safety_Emergency for Kids’ ha visto il coinvolgimento dell’Istituto Serafico di Assisi, Centro d’eccellenza per la riabilitazione di ragazzi con disabilità grave e gravissima, che ha fornito agli studenti il proprio punto di vista e le proprie competenze al fine di sviluppare e progettare prodotti di design che possano rappresentare un elemento importante della riabilitazione delle persone con disabilità.
Il corso di studi, presieduto dalla professoressa Benedetta Terenzi, docente di Design for Emergency, ha coinvolto i propri studenti in questa sfida, con l’obiettivo di elaborare delle proposte progettuali che potessero risponde alle esigenze esposte dal Serafico, mettendo a sistema le conoscenze e le competenze fornite dagli insegnamenti di ‘Residenze Protette’ della prof.ssa Giovanna Ramaccini e ‘Safety Fashion Design’ della prof.ssa Simona Ottieri.
Nel corso è stata approfondita la formazione degli studenti ampliandone le competenze, che sono state declinate sulle esigenze di persone disabili, così da costruire prodotti o garantire servizi fondamentali per la cura della persona che, partendo proprio dalla dimensione estetica della bellezza e del design, prendono forma seguendo il concetto del ‘prendersi cura’.
L’Istituto Serafico di Assisi ha indirizzato i giovani universitari mettendo in campo la propria esperienza al fine di migliorare gli ambienti che ospitano le persone con disabilità, rendendo gli spazi confortevoli o utilizzando un abbigliamento ad hoc per chi, per diversi motivi legati alla propria disabilità, tende a strapparsi gli abiti di dosso. E così le progettazioni si sono concentrate nella creazione di un ‘letto abitacolo’; di abbigliamento protettivo; di particolari giochi adatti alla vita più fragile e in grado di insegnare concetti nuovi o migliorare la memoria di chi ne fa uso.
Il letto Safegram, ad esempio, è pensato come una struttura che garantisce piena sicurezza ma che allo stesso tempo offre degli stimoli sensoriali e si trasforma in una struttura ‘abitabile’ e mobile. In una parola: un letto bello. In questo modo si raggiungono quattro obiettivi: il letto diventa personalizzabile, poiché ciascun ospite potrà modificarlo a piacimento; inclusivo, perché non ci sarà alcuna distinzione tra i diversi letti; giocoso, grazie all’eliminazione della sensazione di un letto sanitario; protettivo, facendo sentire al sicuro i soggetti più fragili.