Inizia l’estate al Museo Novecento con la nuova programmazione intitolata D°ESTATE Museo Novecento, con una serie di concerti, lectures e proiezioni cinematografiche nel chiostro delle ex Leopoldine.
Si comincia con Massimiliano Fuksas che inaugura il ciclo FUTURA. Che ne sarà di noi, degli altri, del pianeta, a cura di Sergio Risaliti. Capitolo IV è il titolo che l’architetto di origine lituane, tra i più celebri progettisti a livello mondiale, ha pensato per la lectio che si terrà giovedì 17 giugno alle ore 18.30.
“Occorre un cambio di prospettiva per vivere nel terzo millennio e una riflessione profonda sulle trasformazioni che la pandemia ha portato. Le città del futuro non saranno più megalopoli ma centri diffusi, frammentati sul territorio con una rete digitale veloce e infrastrutture sostenibili” – sostiene Massimiliano Fuksas. “Innovazione e ricerca diventano il punto di partenza per la crescita ed il cambiamento per un’architettura più semplice e funzionale di cui l’uomo è sempre più il centro.”
Il ciclo di incontri intitolati Futura, nasce con l’intento di chiedere a artisti, architetti, scrittori, scienziati, filosofi, psicologi, esponenti del mondo religiosa e della ricerca spirituale, economisti e imprenditori quale saranno le scelte da fare per affrontare il futuro e rimediare se possibile agli errori del passato. Quale cambiamento sarà possibile, quale responsabilità avremo di fronte alla madre terra e ai popoli. Possiamo parlare di nuovo umanesimo? Quale sarà il suo nuovo paradigma? Potremo ancora pensare l’uomo al centro dell’universo? Quale sarà il ruolo della donna nella gestione della geopolitica e del cambiamento? Quale sarà il destino delle moltitudini e dei poveri della terra? Che posto avrà il desiderio di bellezza? Quali saranno gli strumenti della giustizia e dell’uguaglianza di fronte al dominio della tecnica e alla richiesta del potere sempre più guidato dallo sfruttamento e dal profitto?
Che ne sarà dei corpi e dell’anima nella ultima frontiera dell’evoluzione virtuale? Che fine farà la trascendenza e dove sfocerà la conoscenza oltre l’esperienza del reale? Cosa ne faremo degli scarti e per quanto potremo abusare delle risorse? Quale destino attende l’ecosistema, il futuro dell’ambiente naturale? E sul piano locale, come gestiremo il patrimonio, che aspetto assumeranno le città, che ruolo avrà l’architetto nella ricostruzione delle relazioni sociali, della vita quotidiana e della distribuzione dei servizi e del tempo libero? Sono questi alcuni degli snodi concettuali da cui dipenderà il destino del pianeta e dei suoi abitanti, quello dell’Italia e di Firenze, in un mondo che sta uscendo dalla crisi pandemica.
“Il tempo della pandemia, tempo dell’angoscia e della sofferenza, della malattia e della convalescenza, non è ancora terminato. Stiamo però vivendo il tempo della speranza e della rinascita” – commenta Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. – “La crisi sanitaria ed economica globale ha messo in luce le falle della globalizzazione, si è parlato allora di cambiamento, della necessità di rivedere i modelli di sviluppo e di sfruttamento, quelli di convivenza e di relazione, la mobilità e il turismo di massa, l’organizzazione sociale e quella sanitaria delle nostre città. Pensare il futuro significa ripensare il passato; immaginare il futuro significa immaginare diversamente il passato.”
Futura si propone come un ciclo di incontri e un laboratorio del pensiero neo-umanistico che ha un inizio e non prevede una fine. Come ha scritto Gilles Deleuze, non c’è modo di fare il punto, serve invece tracciare delle linee, sperimentare traiettorie.
L’evento è gratuito fino ad esaurimento posti.