Se ti occupi di eventi non puoi non conoscere Domenico Zambelli. Giornali, moda, televisione: Domenico si muove con discrezione nella Milano degli eventi a volte come consulente per aziende e brand, altre per assistere donne bellissime del mondo dello spettacolo. Una su tutte Simona Ventura di cui è stato consigliere e stylist. In questa intervista ci racconta di come sta vivendo una vita sospesa e di come gli eventi saranno molti meno, ma più mirati.
Fase 1, fase 2: quali differenze nella tua vita?
Non parlerei di fase 1 o 2, esiste a mio avviso per tutti noi la vita prima della pandemia e quella dopo. Oggi la nostra routine è scandita dai TG che ci informano sullo stato di salute in cui versa il mondo, sull’andamento della micro e macro economia, siamo inondanti da un flusso di informazioni alle quali prestiamo molta più attenzione rispetto al passato e questo non sempre si traduce in serenità.
Eventi bloccati fino a data da destinarsi, come ti sei organizzato per il futuro?
Io dico sempre che stiamo vivendo una vita sospesa. Molti come me sperano di tornare ad alcune vecchie abitudini, dove il contatto fisico e l’assembramento non erano il problema, ma il risultato a cui tutti ambivano per un evento ben riuscito. Personalmente ricevo quotidianamente tante richieste, le aziende oggi più che mai hanno bisogno di non perdere l’audience di prima. Credo che gli eventi su invito si trasformeranno in appuntamenti one to one, molto più mirati al target con il quale si vuole dialogare.
Come sei rimasto in contatto con i tuoi amici in questi giorni?
Ritengo che in questo aspetto siamo stati fortunati , nel 2020 abbiamo la tecnologia dalla nostra parte e questo isolamento ha rafforzato gli affetti. Le classiche chiamate sono diventate video chiamate, gli aperitivi si sono spostati sulle piattaforme social, le dirette instagram il nuovo must, mai come adesso ho sentito la vicinanza dei miei affetti più cari.
Che importanza hanno i social in questo periodo ?
I social avevano già una grandissima importanza, e credo che nel futuro prossimo lo avranno in maniera esponenziale.
Hai mai pensato di andare a Bedonia, tuo paese di nascita e di lasciare Milano in questo periodo?
Bedonia è il paese in cui sono nato e cresciuto e avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Ma da più di 30 anni la mia vita è a Milano che considero ormai la mia casa. Torno sempre molto volentieri: mi piace stare con i miei amici, che per altro sento quotidianamente, e organizzare con loro delle ottime cene di cucina emiliana. In questo periodo anche Bedonia è stata toccata prepotentemente dalla pandemia: purtroppo sono venute a mancare delle storiche figure di riferimento.
Cosa pensi degli eventi in digitale? Credi che avranno il sopravvento ?
Credo che siamo entrati nel momento storico del “Less is more”, ci sarà una selezione naturale degli eventi ovvero molti meno ma più mirati. La virtualità sarà una strada assolutamente necessaria, ma sono fermamente convinto che le emozioni e le sensazioni che viviamo in off line non potranno mai essere virtuali.
La persona che non vedi l’ora di riabbracciare
Tutti i miei affetti non uno in particolare o meglio forse qualcuno c’è ma non si può dire!
Un messaggio a chi ci legge
Oggi più che mai bisogna essere uniti, non c’è più spazio per gli individualismi, la gratitudine la gentilezza e la coesione devono diventare il nostro mantra quotidiano.