In occasione della prossima edizione di WHITE (22/25 settembre 2023) DOTZ presenta la sua SS 24, una linea Co-Ed di calzature che esprime, attraverso l’uso del colore, quel je ne sais pas che caratterizza lo spirito brasiliano.
La nuova collezione – che comprende 32 modelli uomo e donna – è ispirata al Mercado de frutas di São Paulo e ai suoi colori (il riferimento è esplicito nei charms in vetro) ma al primo key piece lanciato dal marchio, un loafer sostenibile, dalle nappine intercambiabili, solidale e genderless, si sono aggiunti nuovi modelli femminili.
Con la SS 24 il mondo donna, che includeva già delle mules si arricchisce di nuove flat a punta e con cinturino dalle linee iper femminili. Tra le new entry anche le mules realizzate con dettagli in una fibra ricavata dal capim dourado, una pianta rara e protetta lavorata artigianalmente in genere dagli indigeni dell’Amazzonia che la coltivano con accortezza e sapienza, per farne oggetti che brillano come oro vero ma che sono completamente green. Un vero esempio di sostenibilità sociale e ambientale, dove il rispetto per l’ambiente si sposa al diritto delle popolazioni indigene.
Le calzature di DOTZ sono realizzate con paglia, un cotone ecologico – prodotto da piccoli agricoltori nella regione di Paraíba -, e con residui tessili provenienti in gran parte da deadstock, frutto di una ricerca capillare condotta in tutto il Paese dai suoi fondatori Rodrigo Doxandabarat e Anderson Presoto.
Ugualmente i materiali utilizzati per la tomaia sono green e agro-ecologici, così come il packaging, sviluppato in collaborazione con l’università di Rio Grande do Sul, che ha portato alla realizzazione del primo box prodotto interamente riconvertendo residui domestici.
Tutte le calzature DOTZ sono realizzate in edizione limitata proprio perché upcycling. Le suole sono fucsia perché riprendono il colore del jambeiro, la pianta che in autunno colora tutte le strade di Bahia e portano impresso il motto del marchio ‘’Olha que coisa mais linda, mais cheia de graça’’ (Garota de Ipanema, 1962).