La paura dei clown, nota anche come coulrofobia, è una fobia relativamente comune e spesso fraintesa. Questa paura può manifestarsi in vari gradi di intensità, da un leggero disagio a un terrore paralizzante, e si ritiene che abbia radici profonde nella psiche umana. La figura del clownè storicamente associata al divertimento e all’intrattenimento, risalendo a giullari medievali e arlecchini della commedia dell’arte. Tuttavia, l’aspetto grottesco del clown, con iltrucco esagerato che deforma i tratti del viso, può creare un senso di ambiguità e incertezza. Questa distorsione può far sì che le persone percepiscano i clown come figure inquietanti, perché il loro aspetto non corrisponde ai comportamenti umani comuni. La psicologia suggerisce che la paura dei clown possa derivare dalla difficoltà di leggere le vere emozioni dietro il trucco pesante. La nostra predisposizione abituale è quella di leggere le espressioni facciali per comprendere le intenzioni dell’altro.
Quando questa capacità è compromessa, come nel caso dei clown, può generare ansia e paura. Il comportamento spesso imprevedibile dei pagliacci può contribuire ad una sensazione di disagio.La cultura popolare poi ha amplificato la paura di queste figure attraverso rappresentazioni negative e spaventose. Un esempio emblematico è il personaggio di Pennywise, il clown malvagio del romanzo “It” di Stephen King, che ha terrorizzato generazioni di lettori e spettatori e che è il fondamento dell’ispirazione della tredicesima fragranza della collezione UNUM.La coulrofobiaè oggi al centro della ricerca olfattivadi Filippo Sorcinelli:l a nuova fragranzaCHIUDI GLI OCCHI E POI VEDI è una sorta di completamento di una ricerca sul significato profondo della paura iniziato con la fragranza “but not today” nel 2018 e proseguita lo scorso anno con “né il giorno, ne l’ora”.
Questa fobia può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana delle persone che ne sono afflitte:situazioni comuni come feste di compleanno per bambini o eventi circensi possono diventare fonte di stress e ansia. In casi estremi, la sola vista di un’immagine di un clown può scatenare una reazione di panico.L’ambiguità, infatti, è la laguna dei pensieri, i movimenti impacciati sporcati d’arte proiettano le nostre angosce, assottigliano il volto e descrivono la cattiveria. Ma l’Arte autentica interviene sulla cattiveria di facciata come interviene sull’animo. Solo lei produce questo corto circuito capace di annullare ciò che induce al negativo sulla cattiveria. L’Arte descrive ma non limita e non ama esasperare la negatività. La descrive, perché esporla fa sì che la materia della Bellezza prenda il sopravvento anche in situazioni negative. Qualcuno ha bisogno di essere cattivo ma solo l’altropuò circoscrivere il suo limite nella strada della solitudine.