A Carlos Tavares, ad di Stellantis, il suo datore di lavoro gli ha ricordato che la sua poltrona ha un sedile eiettabile. A poco meno di due anni dalla fine del suo mandato, il consiglio di amministrazione ha comunicato, nei giorni scorsi, a Tavares di aver avviato la procedura di successione, di fatto una prassi normale per un’azienda che, considerando l’importanza della posizione, si occupi dell’argomento con la necessaria anticipazione. Lo stesso Tavares aveva dichiarato che avrebbe proposto cinque nomi di manager che sarebbero stati in grado di sostituirlo, senza nascondere che era pronto a prolungare la sua presenza e riteneva di aver voce in capitolo, essendo anche lui uno dei membri del consiglio di amministrazione della società. Ma il principale azionista, Exor, la holding della famiglia Agnelli, che detiene il 14,2% di Stellantis, ritiene di essere il solo a decidere, senza tenere in considerazione gli altri associati, in primis la famiglia Peugeot con il 7,2% di quota e il governo francese, attraverso la banca pubblica Bpifrance, con il 6,2%, che potrebbero pendere per la continuazione del mandato a Tavares, anche se la sua stella è decisamente impallidita.
L’eccesso della sua retribuzione – 36,5 milioni solo nel 2023 – ha irritato non poco i dipendenti di Stellantis che vedono solo la promozione all’individualismo, a scapito dell’interesse collettivo. Colui che è in cima al sistema incarna, per definizione, il coinvolgimento generale, il talento, l’energia e l’audacia non sono sufficienti giustificazioni per dominare la barra da solo , un leader deve anche essere virtuoso. Dieci anni fa, in seguito alla sua uscita clamorosa da Renault, dopo una lunga corsa a tappe passata per la Francia, il Giappone e gli Stati Uniti, Tavares ricadeva sulla testa di Psa che si trovava in una situazione moribonda. Con il raggruppamento in Stellantis, di Psa, Opel e Fiat Chrysler, la sua figura pareva intoccabile, una fama motivata anche dal suo modo di assumere uno stile spietato e pragmatico. Ora, dopo un primo semestre in cui ha registrato un calo del 14% del fatturato e un risultato operativo dimezzato, con un margine che si è sciolto, sceso, in un anno, al 10%, ancora alto ma con una perdita di 4,4 punti è comunque preoccupante. Tavares sembra caduto dal suo piedistallo, si giustifica dicendo che il gruppo “ è in piena transizione di rinnovo di prodotti”. La situazione allarmante è il mercato del Nord America dove Stellantis realizzava la metà dei suoi profitti. Le consegne sono diminuite del 18%, riflettono una quota di mercato dell’8,2%, rispetto al 10% di un anno fa. In Europa si è registrata una riduzione delle immatricolazioni del 6% e un margine deteriorato, passato dal 10,7% al 6,9% in dodici mesi. Inviato da iPad