Auto

Ott 29 FORD: AL LAVORO A DEARBORN

di Bianca Carretto

Un nuovo capo – non solo in una società – impone un cambiamento di strategia. Jim Farley, ceo di Ford dal 1 ottobre, vero appassionato di auto e profondo conoscitore del mercato europeo, non è stato avaro negli annunci, già decisa la sostituzione del direttore finanziario Tim Stone ( nominato poco più di un anno fa), al suo posto John Lawler e già programmata designazione di un direttore marketing. Il costruttore di Dearborn, sobborgo di Detroit, famoso per la produzione di grandi vetture, potenti pickup e mitici fuoristrada ( tutti veicoli che consentono elevati margini), deve svoltare all’elettrico, la motorizzazione che rappresenta l’avvenire. Due anni fa Jim Hackett, l’antico padrone del gruppo (andato in pensione, alla direzione nel 2017), aveva comunicato una vasta ristrutturazione che comprendeva una rivisitazione delle fabbriche in tutto il mondo, in grado di far risparmiare, entro il 2022, 25,5 miliardi di dollari. Farley ha sottolineato che “è ora di aprire quella porta”. E’ determinato non solo a perseguire la tecnologia elettrica , grazie ad una nuova visione del prodotto ( un esempio il Mustang Mach-E, il pick-up F-150 ora con motore ibrido da 3.5 litri con 430 cavalli , il 4×4 Bronco, anche in una versione più piccola la cui produzione è prevista all’inizio del 2021), ma a proporre veicoli meno costosi, siano suv o commerciali, a sviluppare i servizi di mobilità legati alle utilitarie, utilizzando le risorse della sua filiale Argo Al, specializzata nell’evoluzione delle auto con guida automatizzata. Vuole organizzare il gruppo attorno a tre direzioni regionali: America, Europa, Cina ed ha immediatamente fissato il primo obiettivo: recuperare un margine operazionale dell’8%, considerando che nel 2019, era sceso poco sopra al 4% e, a causa della pandemia, era risultato negativo nel primo semestre del 2020.

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