Su invito di giada forte, elise peroi ha creato una serie di opere con i tessuti d’archivio forte_forte.
Langage des oiseaux è un’installazione frutto della collaborazione tra elise peroi e giada forte. I due assi concettuali che strutturano la mostra, vale a dire il linguaggio e la tecnica, sono trattati come finzioni euristiche. Il linguaggio corrisponde al canto degli uccelli, inteso come ciò che rimane del linguaggio primitivo, mentre la tecnica equivale al nodo, percepito come il primo gesto tecnico. Walter benjamin ipotizzò che solo gli uccelli avessero un tipo di linguaggio in cui il suono e la comprensione non hanno bisogno di mediazione, ovvero, l’immediatezza prelinguistica e la forma di comunicazione autentica che l’uomo conobbe prima di inventare la tecnologia e il linguaggio e che da quel momento, ha smarrito1.
Il canto degli uccelli e il nodo, entrambe astrazioni, fungono da contrappunto nella mantella realizzata da giada forte, che rappresenta, per così dire, l’attuale apogeo della tecnica di tessitura. Realizzata interamente a mano con plissè in chiffon di seta su cui si posano lunghe frange macramé, la mantella è impreziosita da perline in vetro e immaginarie piume di crochet fatto a mano. Nelle nuances del bianco e del rosa, ogni piega e ciascun filo imprimono al tessuto un concetto di tensione e di allentamento, di continuità e trasparenza, reiterando il motivo della linea, mentre la verticalità impone una certa solennità.
Tra le due astrazioni e il mantello di giada forte si forma una frattura, sia temporale – tra il primitivo e il tecnologico – che materiale –tra assenza e presenza. Da un lato, il mantello è in scena, dall’altro, “un vuoto […] È costruito come un significato”. Lo sguardo vacillante tra questi due punti trova un’incarnazione filosofica nell’antagonismo tra tempo immemorabile e contempo– raneità. I due registri temporali, racchiusi in ogni pannello intrecciato, si incontrano nuovamente negli interstizi aperti dalla loro collisione, a vantaggio di una visione dualistica.
Tuttavia, la polarizzazione creata dai concetti e dalla materia è anche spaziale. In questo spazio vuoto, al centro della sala, l’installazione di elise peroi funge da zona intermedia per il dialogo, in cui i sistemi si intrecciano e sovrappongono. Realizzata con tessuti provenienti dalle collezioni d’archivio di forte_forte, l’opera di elise peroi è composta da tre trittici bifacciali sovrapposti,
Dai quali emergono motivi che trasmettono ed ampliano mediante la materialità un’esperienza di pensiero. Le forme, né strettamente figurative né completamente astratte, sono costruite su una successione di strati in lino, popeline di cotone, taffettà e chiffon di seta. Dopo aver ritagliato i tessuti quasi chirurgicamente in nastri irregolari, elise peroi ha intessuto e strutturato la sua tela, invitandoci ad apprezzare tattilmente la composizione dei suoi materiali in base al loro potenziale sensoriale. Fili allentati – come pendessero dalla superficie dell’intreccio – e buchi senza i filidella trama conferiscono ritmo all’insieme mediante i loro irregolari spessori.