Ci sono due cose che non dovete dire a Gaia Bermani Amaral da quando è diventata autrice del suo primo romanzo Manuzzelle. La prima è che non vi aspettavate che sapesse scrivere un libro e la seconda che si tratta di un giallo.
Esile e bellissima, l’attrice italo-brasiliana non ama essere sottovalutata “La cosa che mi ha sorpreso maggiormente è che nessuno si aspettasse da me un progetto letterario”. Anche lei è incappata nello stereotipo della bella e superficiale che ancora una volta si è dimostrato errato. Gaia infatti ha fatto tesoro di un periodo difficile per far nascere il suo thriller edito da Solferino.
E’ la storia di Ada e Elda, amiche fin da bambine. Condividono un segreto traumatico, che ha sconvolto la loro infanzia. Ma mentre Ada ha deciso di sfuggire al passato abbandonando il natio paesino nelle Madonie per seguire il marito al Nord, Elda ha sposato il Signore, entrando in un convento di clausura. Poi, con la Seconda guerra mondiale, la loro corrispondenza si è interrotta. Nella primavera del 1945 Ada viene raggiunta da un telegramma di sua madre: Elda, data per morta un anno prima, forse in realtà è viva, nascosta da qualche parte nel monastero della Madonna della Catena, e in pericolo. Potrebbe persino aver avuto un bambino.
Il ritorno a casa di Ada assume in fretta risvolti inquietanti: un libro rosso che qualcuno sembra volere a tutti i costi, un elenco di nomi di donne che apparentemente non hanno nulla in comune, una morte violenta e un simbolo strano e ricorrente, la Civetta di Minerva. E lassù, arroccato sullo strapiombo, il convento dove di certo si trova la chiave di tutti gli enigmi. È davvero una buona idea cercare di entrare fra quelle mura? Sarà mai possibile uscirne? Ada raccoglie attorno a sé molti alleati, dalla sua agguerrita madre Piera al tenebroso e determinato Sariddu: se Elda è viva, ha bisogno di tutto l’aiuto possibile per salvarla. Ma sa che se davvero in quel luogo di preghiera si nasconde il Male, si troverà sola a fronteggiarlo.
Gaia Amaral si è preparata, ha studiato le storie dei monasteri e i casi di ritrovamenti di ossa, ma ha anche affrontato il tema dell’abbandono e della separazione. Un talento a molti sconosciuto, ma che l’autrice ha sempre coltivato in segreto, quasi una terapia che la porta a mettere nero su bianco fin da piccola le sue emozioni.
Mi viene in mente quando Giorgio Faletti scrisse il suo primo thriller e tutti dissero ” ma come è un comico “… ah dimenticavo Gaia sta già scrivendo la sceneggiatura del libro perché spera che diventi anche un film.
Alcune foto durante il cocktail di presentazione in viaSpiga15. Insieme a Franciacorta le amiche a festeggiare l’esordio di Gaia.