L’imprenditore e presidente del marchio di calzature luxury osserva come, al pari della Cina, il Paese sovietico, di cui è profondo conoscitore dopo 40 anni di attività, può fare da traino allo sviluppo, vista la rapida ripartenza dell’economia locale dopo il lockdown. Urgente che l’Italia valorizzi maggiormente i rapporti con la Russia, anche tramite lo stop alle sanzioni.
“In breve tempo, dalla riapertura dopo il lockdown, hanno recuperato più di un mese di consumi. E tra pochi giorni tutto sarà normalizzato. Non guardiamo solo alla Cina: la Russia può essere il vero motore della ripresa del fashion Made in Italy, ma l’Italia deve valorizzare maggiormente i rapporti con questo Paese straordinario. Chi non lo conosce non può giudicare. È un Paese immenso con realtà ricche, altre meno. La Russia è un Paese che ama la moda e preferisce quella italiana. È necessario avere un rapporto con loro.”
A dirlo è Gimmi Baldinini, presidente del marchio luxury di calzature Made in Italy. L’imprenditore, oltre a essere considerato l’italiano del settore più famoso in Russia, è probabilmente il più esperto conoscitore del mercato dell’ex Urss in ottica fashion e luxury, avendo di fatto contribuito per primo, in quasi 40 anni di lavoro, a una fiorente stagione di internazionalizzazione dell’intero Made in Italy. Un percorso che ha portato oggi Baldinini a essere presente sul territorio con 130 monomarca, con il mercato russo che rappresenta l’80% del fatturato del brand di San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena), che proprio nel 2020 festeggia i 110 anni di storia.
Baldinini è poi entrato nel merito del tema delle sanzioni, proponendo una ricetta per la ripartenza dell’Italia dopo l’emergenza sanitaria: “Se l’Italia avesse un rapporto migliore con la Russia tanti problemi del nostro Made in Italy non ci sarebbero, visto che i russi ci amano, tanto da considerarci un paese che incarna a pieno i loro ideali di lifestyle. Il problema sono le sanzioni, non tanto per le calzature, ma per esempio su prodotti food, che ora gli stessi russi importano da economie limitrofe o, ancora meglio, che hanno iniziato a produrre dentro i loro confini. In pratica con le sanzioni gli abbiamo fatto un piacere e ora la tendenza post Covid-19 tra i consumatori locali è cercare di valorizzare gli acquisti interni. Adesso che l’economia riparte, soprattutto per dare ossigeno ai nostri consumi, prima che sia troppo tardi, i dazi dovrebbero essere annullati quanto prima per sfruttare questa grande opportunità”.