Auto

Mar 06 GP BAHRAIN: IL COMMENTO

di Paolo Ciccarone

Poteva andare peggio. Sì, meglio dirlo chiaramente. Perché se alla prima gara della stagione tutti aspettavano una Ferrari vincente dopo i proclami dell’anno scorso “Abbiamo sospeso gli sviluppi a giugno perché siamo concentrati sul prossimo campionato” vedere soltanto Sainz al traguardo in quarta posizione, che poteva essere quinta se Hamilton non fosse rimasto senza gomme sul finire, e Leclerc parcheggiato nella sabbia a bordo pista per l’ennesima rottura del propulsore (o guasto elettrico, cambia poco: sempre di ritiro si tratta) fa capire come attorno alla squadra di Maranello siano circolate una serie di fesserie giganti. Fermandoci un attimo alla gara, con la doppietta Red Bull con Verstappen primo davanti a Perez e un incredibile, bravissimo e tostissimo Fernando Alonso terzo con Aston Martin, appare evidente che l’inverno è vissuto su una serie di fregnacce. La prima, come detto, quando Binotto sosteneva che si era lavorato per quest’anno. Infatti l’avvio di mondiale è peggio dell’anno scorso quando si vinse al debutto. Segno che tutto sto gran lavoro non è stato fatto. La seconda, il motore più potente e affidabile. Al banco si vociferava di 30 CV in più e risultati stupefacenti per il Superfast. Al banco. Qualcuno ha fatto circolare la storiella e le velocità massime di 330 orari contro i 318 dell’anno scorso, sembravano confermarlo. Solo che in F.1 la velocità massima la fai anche con le ali scariche, quindi è probabile che sarebbe stato meglio andare più lenti sul dritto e più forte in curva. Ma intanto la voce era circolata e la delusione, col ritiro di Leclerc, evidente. Inutile chiedere al monegasco che ne pensa, è troppo signore per dirlo apertamente. Altra fregnaccia, messa in giro chissà perché e da chi, la SF23 era stata fatta per Carlos Sainz e il suo stile di guida. Bene, infatti Leclerc è sempre stato davanti in qualifica e pure in gara per quanto ci sia rimasto (41 giri). Allora, se si fa circolare una cosa simile, lo si fa per creare zizzania nella squadra, visto che quando si dice sottosterzo in ingresso e sovrasterzo in uscita, vuol dire che non è stata fatta la macchina per Sainz, ma è stata fatta male. Però meglio dire che si è lavorato per favorire lo spagnolo, frutto delle decisioni di Binotto. In Bahrain non si è visto, quindi essendo notorio a chi bazzica le piste che prima si fa una macchina veloce poi sta al pilota sfruttarla, non si fa una macchina per favorire uno stile di guida che poi non fa andare forte la macchina. Tocca al pilota adattarsi, ma la fregnaccia è stata presa per buona e rilanciata da tanti. E adesso che succede? Poco. Perché in due settimane si cambia poco, la speranza è che la finestra di utilizzo della SF23, ovvero le regolazioni di assetto, siano quelle giuste nelle prossime gare e che i difetti emersi in Bahrain possano essere un pregio a Jeddah, in attesa di avere altro per Imola, punto di svolta della stagione il prossimo 21 maggio. Intanto torniamo a casa con la delusione rossa, ma anche con il grande Fernando Alonso che a quasi 42 anni si è permesso di fare il podio numero 99 lottando da leone con Sainz, Hamilton e Russell, come se non ci fosse un domani. Uno così riconcilia con la F.1 e fa niente se stavolta su quel podio c’era lui e nessuno della Ferrari. E’ una storia romantica che merita solo applausi e affetto per il Nandone.

Foto: Twitter F1

Una risposta a “GP BAHRAIN: IL COMMENTO”

  1. Filippo Crispolti ha detto:

    Bravo Paolo, speriamo nel futuro!Ma guardiamo il bicchiere mezzo pieno. Meglio una debacle al primo appuntamento che più avanti, così forse chissà si può correre ai ripari. Ma se i guai malauguratamente dovessero continuare, possiamo dire addio a Leclerc.

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