Su sei vittorie in carriera e una in gara sprint, Sergio Perez ne ha ottenuta soltanto una su un tracciato permanente. Tutte le altre le ha ottenute su circuiti cittadini: Baku, come domenica scorsa, rappresenta l’ultima delle sei vittorie davanti al compagno in Red Bull, Max Verstappen, ma aggiungendo anche quella del sabato nella gara sprint, fa capire come il messicano sia davvero un uomo da marciapiede, così come vengono definiti i piloti specialisti in circuiti cittadini. Non solo Baku, infatti, ma anche Singapore, Montecarlo, Jeddah: tutte piste con caratteristiche particolari e questo fa capire come nel mondiale a due fra i piloti Red Bull, questa vittoria, la seconda della stagione, faccia eccezione visto che la maggior parte di circuiti in calendario è normale. Quindi, più che un avversario per Verstappen, un modo per tenere aperto un mondiale che dopo quattro gare appare già segnato dalla Red Bull che comanda la classifica costruttori con 180 punti. A Baku si è visto uno sprazzo Ferrari. Due pole position per Leclerc, gara vera la domenica e sprint al sabato, due podi con un secondo e un terzo posto dovuto al nuovo format della giornata che prevedeva prove libere al venerdì mattina, qualifica per la domenica nel pomeriggio e poi un sabato con qualifica sprint e garetta da 100 km nel pomeriggio. In queste condizioni il pilota della Ferrari ha mostrato di essere uno da giro secco e anche lui, come Perez, appartiene alla razza dei piloti da marciapiede, uno che sui tracciati cittadini si esalta. E questo potrebbe spiegare perché lui è andato subito forte mentre l’altro alfiere della rossa, Carlos Sainz, sia precipitato indietro. Testacoda, toccate contro i muretti e tempi sul giro sempre più lenti, tanto da essersi preso 8 decimi in qualifica e guardando al risultato della gara, 45 secondi dal vertice contro i 21 del compagno di team. E allora, visto che almeno stavolta la Ferrari è stata l’unica anti Red Bull (“Attenzione, la Aston Martin andava meglio di noi” ha chiosato Leclerc) la domanda sorge spontanea: la rinascita (parziale) della rossa è frutto del pilota e circostanze particolari oppure la rossa (vedi Sainz) è ancora dove era prima della lunga pausa di primavera? Domanda non banale, perché in Azerbaijan la pista non dava grossi consumi di gomme, tanto che Hulkenberg e Ocon, partiti dai box con le gomme dure, le hanno cambiate solo al 49 e 50 giro di corsa perché obbligati dal regolamento, non perché ci fosse un consumo anomalo. E nonostante questo, la Ferrari ha patito un distacco pesante con le Red Bull che davanti dopo il doppio sorpasso in rettilineo, si erano messe a passeggiare. Ergo, pur su una pista poco abrasiva, la Ferrari ha continuato a mangiare le gomme e le Red Bull, senza pressione alle spalle, non hanno fatto capire davvero quanto margine hanno ancora prima di essere al limite. Perché, poi, il vero problema è proprio questo: capire dove è realmente la Red Bull e avvicinarla, perché adesso, con i due piloti che viaggiano col braccio fuori dall’abitacolo sorseggiando bibite e ascoltando musica, non si capisce. Meno di sette giorni e a Miami, altra pista cittadina e anomala, ne avremo una controprova…
Foto: Twitter Baku City Circuit