Più che il GP del Brasile sembrava il carnevale di Rio. Errori dei piloti su una pista bagnata non adeguata alla F.1, colpa dell’asfalto nuovo e delle buche presenti sul tracciato, ma anche di una collocazione al centro di una depressione (Interlagos deve il nome proprio al fatto che è al centro dei laghetti melmosi della zona) ma soprattutto a macchine difficili da guidare per l’assetto rigido che al minimo variare delle temperature delle gomme, vanno in crisi. Lo sanno tutti, tranne Max Verstappen che partito dalla posizione n.17 sullo schieramento, è andato a vincere umiliando tutti quanti gli altri. Una superiorità sul bagnato dovuta alla sua classe, non certo alla macchina, visto cosa combina, anzi non combina, Perez che è finito fuori dai punti iridati, lasciando sempre più indietro la Red Bull nella classifica costruttori, terza, cosa che significa perdere almeno 18 milioni di euro rispetto al primo. Un costo enorme con un pilota che non ha aiutato.
Ma questo in Brasile è passato in secondo piano perché Verstappen le ha suonate a tutti. Il grande sconfitto è senza dubbio Lando Norris, che si appella alla fortuna del rivale che si è trovato ai box al momento della bandiera rossa e ha potuto cambiare le gomme senza pagare pegno di un pit stop in gara. Cosa che hanno fatto anche i due piloti dell’Alpine, Ocon e Gasly, mentre tutti gli altri si erano fermati prima. Eppure le previsioni meteo davano pioggia intensa per quel momento, cosa che Alpine e Red Bull hanno eseguito, gli altri no. Norris poi ci ha messo del suo: ha sbagliato la partenza, era in pole, ha sbagliato la strategia, ha sbagliato due volte in gara uscendo di pista e ha sbagliato al via dopo la bandiera rossa finendo fuori alla prima curva mentre Verstappen infilava le due Alpine e si portava in testa alla gara. Da quel momento l’olandese ha segnato 16 giri veloci consecutivi, come dire che non ce ne era per nessuno. Così come non ce ne è stata per la Ferrari.
Leclerc ha concluso dietro a Verstappen, Ocon, Gasly e Russell e per poco ha controllato Norris. Come dire che se stai dietro a McLaren e Red Bull può avere un senso, ma non avere il ritmo delle Alpine, che per tutto il campionato erano indietro come la coda dei cani, è segno che la Ferrari ha toppato qualcosa. Non parliamo di Sainz, autore di un week end disastroso in cui è uscito di pista in qualifica e ha fatto il bis in gara. Macchina inguidabile, gomme fredde ed errori vari. L’armata rossa si è trasformata in un’altra armata dopo che per due settimane di fila, Austin e Messico, ci avevano fatto sognare con un altro passo. E adesso ci sarà il GP di Las Vegas, una gara dove Verstappen arriva con 62 punti di vantaggio su Norris e il mondiale praticamente in tasca.
Conoscendo gli americani vedere lì il gran finale di stagione fa supporre che non tutto sia accaduto per caso. Anzi…Infine una nota ai commissari: hanno sbagliato le segnalazioni al via perché la gara interrotta deve essere segnalata con bandiera rossa, loro hanno acceso le gialle e Norris con Russell sono partiti inconsapevoli. Per loro 5000 euro di multa, un buffetto sulla guancia, anche perché l’errore lo hanno fatto i commissari, così come le pressioni delle Mercedes, controllate sullo schieramento, altri 5000 euro al team per Russell e Hamilton, desaparecido in questa gara. Alla fine l’unico contento probabilmente era il carrozziere all’uscita del circuito: coi danni fatti da Colapinto (due auto distrutte in un giorno) Albon, Sainz, Stroll, Alonso e via così, quel paio di milioni di danni gli avrebbero fatto comodo per farsi una officina nuova. Ma ai caraibi visti i costi di questa F.1…
(foto Sky Sport Getty Image)