A Max Verstappen la vittoria nel GP del Giappone, alla Red Bull la conquista del sesto mondiale costruttori. A Suzuka l’alba si tinge dei colori arancioni del pilota olandese che coglie il 12.successo stagionale e con questi punti regala matematicamente la vittoria iridata al suo team. Un team motorizzato Honda che sulla pista della Honda celebra un traguardo importante. Una coincidenza talmente… coincidente che fa passare qualche dubbio sulla gara di Singapore, dove la Ferrari ha vinto e la Red Bull era in affanno. Si era detto per colpa di un aggiornamento regolamentare, la famigerata TD18, la direttiva che irrigidiva alettoni e fondo piatto. Poi si arriva su una pista completa e si vede che quella direttiva era buona per ordinare un caffè al bar, visto che Verstappen e Red Bull, pur prendendosela comoda, hanno vinto con quasi 20 secondi di vantaggio sulla McLaren di Norris e sulla gemella di Piastri, al primo podio in carriera in F.1. La Red Bull è una macchina da guerra con un solo generale in grado di guidarla, infatti Perez si è ritirato dopo aver infranto la norma sulla safety car (ha sorpassato in uscita box) e poi aver centrato Magnussen con la Haas al 15 giro. Troppo anche per il messicano che vede il sedile traballante anche se ha un contratto a lunga scadenza con la Red Bull, ma da quelle parti mai fidarsi dei pezzi di carta. Da Singapore a Suzuka per la Ferrari è stato un salto nel tempo, a quel GP d’Olanda in cui le rosse faticavano. Le parentesi di Monza e Singapore, con la prima vittoria della stagione di Sainz, sono un pallido ricordo rispetto a quanto visto in Giappone. Mai in gara durante le qualifiche, mai in corsa durante il GP con tempi sul giro imbarazzanti rispetto non solo a Red Bull ma anche McLaren e Mercedes, che pur con i pasticci delle strategie fra Hamilton e Russell, ha perso solo 5 punti nella classifica costruttori contro la Ferrari, restando però saldamente al secondo posto. Leclerc quarto e Sainz sesto, così come erano partiti, è il segnale di una rossa mai in gara e che forse poteva fare qualcosina in più rispetto al risultato finale. E parlando di classifica costruttori, basta un appunto per far capire la situazione: Max Verstappen 400 punti (ne mancano 4 per la certezza matematica del 3 titolo iridato) mentre Mercedes, con due piloti, è a quota 305. Ovvero Verstappen da solo contro tutti. Ed è quello che è successo in questa stagione. Fra due settimane in Qatar l’olandese potrebbe avere la certezza matematica e chiudere tutti i discorsi sul campionato. Il resto, fra Messico, Brasile, Stati Uniti (doppia gara ad Austin e Las Vegas) con la chiusura ad Abu Dhabi, una inutile passerella valida solo per chi cerca rivincite o un posto al sole per giustificare una stagione deludente.
Foto: Ferrari.com