Auto

Apr 07 GP GIAPPONE: IL COMMENTO

di Paolo Ciccarone

Nell’epoca della tecnologia esasperata, là dove l’uomo subisce la macchina, fare la differenza è sempre più arduo. In Giappone ci è riuscito Max Verstappen con una gara accorta, precisa e senza sbavature. Ha battuto le due McLaren di Norris e Piastri, complice anche un ordine di scuderia che ha impedito a quest’ultimo di superare Norris e andare a caccia dell’olandese. Un peccato per il team, ma un bene per la F.1 che in tre gare ha visto tre vincitori diversi. Due su McLaren, per inciso… Manca all’appello la Ferrari che ha piazzato al quarto posto Leclerc e Hamilton al settimo. Strategie diverse fra i due, risultato finale identico: come dire che puoi cambiare tutti i fattori che vuoi, il risultato non cambia. La macchina non è competitiva come McLaren e la Red Bull, ha tenuto dietro la Mercedes di Russell, quinto, solo perché l’inglese dopo il pit è rimasto bloccato da Alonso che gli ha fatto perdere tempo, altrimenti le cose sarebbero cambiate. In peggio, per Maranello. Vasseur ha perso il sorriso e pare invecchiato di anni, si vede che la pressione alla Ferrari è tale che non serve avere gli amici della stampa a portata di telefono per cambiare le cose. Perché di fatto il progetto SF25 non ha superato le aspettative della SF24 e i rivali non hanno dormito. Vedremo in Bahrain, dove dovrebbero arrivare modifiche al fondo, se cambia qualcosa. Di fatto se è vero che mancano 3 decimi dalla McLaren (ma in gara il divario è stato anche più ampio) è anche vero che ne serve almeno un altro per stare davanti. Ovvero o si recupera circa mezzo secondo al giro con le modifiche, oppure ci si deve rassegnare a inseguire. E dopo i proclami di inizio stagione, sarebbe una delusione perché gli ingredienti sembravano esserci tutti. O quasi. Si ha la sensazione che manchi una linea guida, che non ci sia una presidenza attiva a indirizzare, stimolare e spingere la squadra. Un Montezemolo, per intenderci o un Marchionne nella sua breve parentesi a Maranello. E sotto si ha l’impressione che ognuno tiri per conto proprio senza esporsi più di tanto, che poi lo stipendio a fine mese arriva lo stesso. Speriamo di sbagliarci, perché abbiamo bisogno di una Ferrari vincente, che ribadisca il valore del lavoro italiano, della nostra storia e tradizione, con un blasone unico al mondo, capace di trascinare i tifosi sulle tribune. Una Ferrari vincente con due piloti amati dal pubblico: Leclerc, ormai un veterano, Hamilton una leggenda della F.1 di tutti i tempi. Aspettiamo il Bahrain, penultima spiaggia per la Ferrari (a Maranello di ultime spiagge ne hanno avute talmente tante che ormai i posti in… ultima fila sono prenotati da tempo). E infine, una nota per Kimi Antonelli. Il ragazzo, neopatentato, sta crescendo bene, spinge forte. Ha segnato il giro più veloce col record di Suzuka in gara e ha comandato per 10 giri. Erano anni che non si vedeva un debuttante così e anni (decenni) che non toccava a un pilota italiano. E qui viene in mente una battuta di Toto Wolff, parlando di piloti italiani: “Il prossimo campione del mondo sarà Kimi Antonelli” ci disse. Kimi correva coi kart, pensavamo che fosse stato l’effetto di un bel bicchiere di Chianti servito a tavola. Invece Toto era bello sobrio a quanto pare…

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