Dopo i basettoni dei finti Elvis Presley, delle prestazioni in stile wrestling, dal ping pong dal paddock al palco di fronte al mitico hotel Bellagio, dopo i tombini che saltano e distruggono le macchine (una a dire il vero, la Ferrari di Sainz in prova) e mille altre polemiche, dalla temperatura polare prevista dalla Pirelli e mai incontrata, dal pubblico allontanato dalle tribune perché troppo tardi per gli orari del servizio d’ordine, alla fine la pista ha regalato uno spettacolo da vecchi tempi: quello di piloti che si sorpassano, lottano e non mollano fino all’ultimo metro. Certo, ha vinto ancora Max Verstappen, col nuovo record di 18 successi in una stagione (e Red Bull a quota 20…) ma Leclerc con la Ferrari, che partiva in pole per la 22 volta e per l’ennesima volta è stato battuto, è salito sul podio dopo aver beffato all’ultimo giro Sergio Perez, che a sua volta lo aveva dapprima superato, andando in testa alla gara, poi dopo l’arrivo di Verstappen, col messicano che era certo del secondo posto, il sorpasso incredibile di Leclerc che ha sorpreso Perez e relegato il messicano al terzo gradino del podio, ma con la certezza matematica del secondo posto nella classifica piloti. La Ferrari dopo aver gongolato al sabato per la pole di Leclerc, ha portato a casa anche i punti di Sainz che col sesto posto ottenuto, arrivando davanti alle Mercedes, ha portato la Ferrari ad appena 4 punti dalla Mercedes nella classifica costruttori e Abu Dhabi, fra sette giorni, sarà la sfida finale per la seconda posizione nel mondiale. Che non dice molto in quanto a risultato, ma consente di spartirsi qualche milione di euro in più di premi che di questi tempi non fanno mai male. Calato il sipario su Las Vegas, e le polemiche della vigilia, adesso resta l’ultimo round di una stagione lunghissima, fatta di 23 gare normali più le sprint, un via vai pazzesco fra i 4 angoli del mondo e un risultato finale che non cambia perché, col vantaggio che aveva la Red Bull e Verstappen (pensate che ha il doppio dei punti del secondo classificato, Perez, a parità di macchina) è servito solo per riproporre lo stesso menù con gli stessi ingredienti e gli stessi risultati. A Las Vegas sono arrivati in oltre 315 mila spettatori, il contratto è di tre anni più sette in opzione. Infatti, la municipalità farà dei conti: se l’incasso portato dalla F.1 sarà superiore a quello che normalmente in settimana intasca Las Vegas, la gara si farà. Se invece si intasca meno, il destino di questa gara, la cui attesa secondo Forbes era superiore al Super Bowl, è già bello che segnato. Così come quello di gare europee che annaspano. Ma da noi non abbiamo i basettoni alla Presley, non abbiamo le copie della Tour Eifell e nemmeno il Cesar Palace, perché da noi abbiamo quelli originali di monumenti. Nella patria del falso e artificiale, alla fine l’unica cosa vera del week end è stata la gara e la sfida fra i piloti.
Foto: Ferrari.com