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Ott 28 GP MESSICO: IL COMMENTO

di Paolo Ciccarone

La notizia buona è che la Ferrari ha vinto il GP del Messico e non lo faceva dal 1990, con Alain Prost e la gestione Fiorio. Per rivedere una rossa vincente dopo 34 anni c’è voluto Carlos Sainz in un week end perfetto e questa è la cattiva notizia perché in un mondiale dove le porte e il sogno mondiale sono ancora aperti, di fatto è mancato Leclerc che col terzo posto, agguantato grazie a uno svarione a pochi giri dalla fine (era infatti secondo). La Ferrari ha fatto pieno di punti una settimana dopo Austin, dove la doppietta iridata e lo stato di forma della macchina, hanno convinto la famiglia Elkann a presentarsi in massa nei box messicani per godersi un successo che si può definire storico, ovvero tornare a vincere una gara importante dopo 34 anni di delusioni. Davvero un bel risultato che per il Brasile, domenica prossima, si preannuncia altrettanto godereccio e chissà se la famiglia farà un’altra trasferta di gruppo per stare vicini ai piloti. La parte meno allegra di tutto ciò, a parte la seconda vittoria stagionale di Sainz e la quinta per la Ferrari in un anno che segna il ritorno al vertice, è che i dubbi sull’aver spaccato una squadra che bene o male aveva un suo equilibrio, sia stata la mossa giusta visto che lo spagnolo ha già le valigie pronte, destinazione Williams, e di vincere o fare pole da quelle parti non se ne parla proprio. Quindi un successo con l’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere per Sainz e che poteva essere in futuro, perché scoprire di dover lasciare la squadra nel momento in cui hanno ritrovato il bandolo della matassa, fa picchiare la testa contro il muro. E che lo spagnolo e il suo clan non siano per niente felici del tutto, lo dimostra la freddezza di papà Carlos nei confronti del presidente Elkann che si era congratulato per la vittoria del figlio. Come dire prima mi mandate via e poi mi fate i complimenti. Umanamente dispiace, ma ci sono ancora quattro gare e con questa Ferrari ci si può togliere qualche sfizio ancora. Leclerc sotto tono, falloso in prova, mai in palla. A volte gli succede, dovrebbe ritrovare concentrazione per la prossima gara, come Verstappen che dovrebbe ritrovare freddezza, perché buttare fuori pista Norris, in lotta per il mondiale, farlo per due volte non vuol dire difendersi con una macchina inferiore, ma cercare la rissa, arte in cui eccelle ma stavolta i commissari gli hanno rifilato 20 secondi di penalità e il sesto posto finale è un modo per limitare i danni. Senza colpi di… testa sarebbe finito almeno quarto, ammesso che poi Leclerc non finisse dietro per i problemi di temperature elevate della sua Ferrari. Come dire che Verstappen ha perso l’occasione di mostrarsi completo e non falloso e ci ha rimesso molto. Se perde il mondiale lo deve a questi episodi, non solo alla carenza della sua Red Bull. Vedremo in Brasile come andrà ma i commissari sono stati chiari, una volta tanto. Per cui campione avvisato…

(foto sky sport)

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