Il GP di Montecarlo è una gara che si disputa in due giri, forse tre. Quello delle qualifiche, che determina lo schieramento di partenza. E la partenza, che determina poi definitivamente le posizioni. A voler essere ottimisti c’è poi il terzo giro, l’arrivo, che conclude la sfilata in fila indiana della gara, in cui tutti cercano di passare o di difendersi senza poi cambiare niente. Un deserto dei Tartari in versione moderna con un Leclerc vincitore al posto di un Dino Buzzati scrittore di un evento che ha molti punti in comune. Tutta l’attesa per un qualcosa che non arriva mai: il sorpasso. A Monaco si sa da decenni che va così, già oltre 20 anni fa, con macchine più leggere e strette, era una impresa. Oggi, con questi camioncini da oltre 5 metri e 1000 kg di peso, sembra una partita a carte fra bambini. A Milano la chiamano ciapanò, ovvero giocare a perdere senza prendere la carta vincente. A Monaco si chiama tattica, strategia, chiamatela come volete ma non cambia la sostanza: “Era meglio se mi portavo il cuscino da casa” ha detto via radio Verstappen. Probabilmente lo stavano usando i telespettatori davanti alla TV, ma alla fine ha vinto una Ferrari con Leclerc a casa sua, un Sainz terzo e un Oscar Piastri secondo con la McLaren. Nella gioia collettiva di un successo Ferrari che mancava dai tempi di Vettel, adesso siamo 15 a 10 nella conta delle vittorie fra McLaren e Ferrari, Leclerc sul podio che fa rompere il protocollo al principe Alberto 2 di Monaco, che spruzza spumante e canta pure l’inno di Mameli, fa capire molto bene cosa ha rappresentato per il principato e per il pilota monegasco questa vittoria. E’ quella che regola i conti col destino, quella che ripaga delle amarezze di anni di errori, strategie, incidenti, senza mai concludere qualcosa sulla pista di casa. Quella dove papà Harvè lo portava in triciclo, con le prime macchinine e dove sognava un giorno di correre, poi vincere. E quel giorno è arrivato. Rompendo la maledizione dei guasti e incidenti vari, da qui Leclerc ne esce consapevole e rafforzato nelle sue convinzioni. Anche perché la Red Bull non è apparsa imbattibile per la terza gara di fila e questa la dice lunga su cosa aspettarsi da un campionato che ha appena concluso il primo terzo del cammino con tre vincitori diversi fra le squadre (Red Bull McLaren e Ferrari) e quattro piloti a salire su quel gradino là in alto: Verstappen, Sainz, Norris e, finalmente, Leclerc che mancava l’appuntamento dal 2022. Due settimane e si va in Canada, pista tradizionalmente favorevole alla Ferrari e con un tifo locale che fa impallidire quello di Imola e Monaco. Sarà occasione di bisboccia? Magari senza la noia della processione monegasca, dove il 26 maggio diventerà festa nazionale al pari di Santa Devota, patrona della prima curva del circuito, protettrice del trio Perez, Magnussen Hulkenberg protagonisti di una ammucchiata che in quanto a danni ha superato i 2 milioni di euro. Vabbè, robetta visto cosa circolava in zona fra il porto e i parcheggi…
Foto: Ferrari.com