Alla fine è andata bene anche così. Al di là dell’ennesima doppietta della Red Bull con la decima vittoria consecutiva di Max Verstappen, nuovo record per la F.1, il terzo e quarto posto della Ferrari, nella gara di casa, è sufficiente per lenire i dolori di una stagione partita all’insegna del saremo campioni alla realtà attuale. Dopo la pole position del sabato di Sainz, poi terzo alla fine del GP, si sperava in qualcosa di meglio. I 13 millesimi di vantaggio su Verstappen e i 67 sul compagno Leclerc, erano una inezia. Pochi centimetri sul filo dei 340 km orari. Una bazzecola. Un conto, però, fare un giro così. Un altro farlo per oltre 50 e stare davanti allo scatenato olandese. Al via ci speravano tutti i tifosi in tribuna, in un conteggio finale che in 3 giorni ha visto oltre 304 mila presenze in pista, per lo più la domenica dopo la pole Ferrari del sabato. Il sogno di Sainz è durato 15 giri, abbastanza per come erano le premesse. Poi un errore in frenata alla prima chicane, un Verstappen da urlo che affianca la Ferrari, tiene giù il piede, fa il curvone affiancato a 340 orari e poi infila la rossa in staccata. Fine dei sogni, fine delle trasmissioni. E qui si apre il secondo capitolo della gara monzese. Perché con la rimonta di Perez, che era risalito fino al quarto posto, si è avuta l’impressione che la Ferrari non avesse fatto gioco di squadra. La resistenza di Leclerc a Perez è stata molto inferiore rispetto a quello che si è visto dopo, negli ultimi giri di corsa, quando Perez, superato pure Sainz e saldamente in seconda posizione, ha concesso a Leclerc quella scia che ha fatto avvicinare la Ferrari n.16 alla n.55. E qui è andato in scena un gran duello, fatto di frenate al limite, di sorpassi e controsorpassi. Bellissimo e avvincente, col pubblico che temeva in una frittata fra i due: “mi sono divertito” dirà poi Sainz, solo che in gara, via radio, aveva detto: “Dai lasciatemi portare a casa questo podio” , segno che in quel momento non si stava divertendo. E dal box nessun ordine di scuderia: liberi di lottare senza rischi. Quando vedi Leclerc a ruote bloccate per evitare di tamponare il compagno di squadra, la parola rischi andrebbe analizzata diversamente. Per loro tutto normale, per chi era a casa no. Segno che fra i due piloti, al di là della facciata, le cose non vanno bene, che c’è qualche attrito. Che da un lato danno per scontato vantando la superiorità della specie, dall’altra non si spiegano il perché un ragazzo che spinge ed è a disposizione della squadra, debba essere trattato così. Servirebbe una gestione di polso, chiara e senza equivoci. A Monza abbiamo visto invece cosa è successo e guardando l’espressione di Vasseur, sul muretto dei box, ma non sotto al podio a festeggiare il terzo posto di Sainz, qualche impressione sul peso di gestire una squadra così e per giunta nella gara di casa, c’è venuta. “Se lo guardate negli occhi è invecchiato di 10 anni in sei mesi” dice un ex ferrarista che conosce l’ambiente. E in effetti Vasseur ha capito in un colpo solo, a Monza, cosa vuol dire quella poltrona. Da uomo solo, senza presidenti alle spalle…